Si è riunito il 15 novembre a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il “Tavolo Tecnico Nazionale per le materie prime critiche”. L’incontro, il terzo da quando il Tavolo è stato attivato, è stato presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: presenti i rappresentanti del dicastero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), delle agenzie per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e Spaziale Italiana (ASI), degli istituti nazionale di statistica (ISTAT) e superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), oltre alle rappresentanze dei centri di ricerca, dei consorzi di filiera e delle associazioni di categoria della filiera.
Il Tavolo ha come obiettivo il rafforzamento del coordinamento tra i vari soggetti coinvolti e la formulazione di proposte utili ad assicurare un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche, alla luce degli obiettivi dettati dalla duplice transizione green e digitale e del negoziato sul Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche.
L’incontro è servito a tirare le fila del lavoro finora svolto dall’Italia rispetto alla definizione di una strategia nazionale chiara, concreta e concertata, volta a garantire i fabbisogni di materie prime critiche dell’industria italiana e a contribuire al perseguimento degli obiettivi di estrazione, lavorazione, riciclo e diversificazione in fase di definizione a livello europeo.
“Due giorni fa, in sede di ultimo trilogo, è stato raggiunto un accordo su un testo di compromesso provvisorio relativo alla proposta di Regolamento sulle materie prime critiche, che ora dovrà essere confermato dal voto del Consiglio e del Parlamento per essere cristallizzato – ha affermato il ministro Adolfo Urso nel corso del suo intervento in apertura dei lavori – l’Italia, grazie anche al contributo di questo Tavolo, ha contribuito in modo effettivo ai negoziati, registrando risultati positivi, come l’inclusione dell’alluminio nella lista delle materie prime strategiche o il compromesso raggiunto sotto i profili dei benchmark di trasformazione e riciclo. Risultati che sono il frutto anche del nuovo format trilaterale di politica industriale tra Italia, Francia e Germania, che abbiamo insediato nel giugno scorso a Berlino proprio sulle materie prime critiche. Il nostro impegno continua sul fronte delle riforme che verranno introdotte nel cosiddetto Critical Raw Materials Act italiano, che si propone di creare un quadro normativo di riferimento per la gestione delle materie prime critiche in Italia, conciliando l’obiettivo di riavviare il settore minerario, anche attraverso lo snellimento e la riduzione dei tempi per le procedure autorizzative, con la tutela ambientale”.
“Occorre ripensare alle filiere, fin dalla progettazione, per la ricerca di materiali sostitutivi, ma anche per tecnologie energetiche più durevoli, riparabili, net zero e possibilmente riciclabili al 100% – ha affermato il ministro Gilberto Pichetto Fratin – La filiera del riciclo rappresenta un’opportunità per molte materie prime critiche, costituendo una vera e propria “miniera urbana”. Abbiamo il dovere, considerando le best practices europee di elaborare proposte normative e di governance che supportino iniziative e investimenti per la sostenibilità e la resilienza degli approvvigionamenti. A tal proposito, una proposta che faremo al Presidente del Consiglio anche in vista del G7 italiano sarà quella di contribuire con i nostri tecnici, all’implementazione del ‘Five Points Plan’ sui minerali critici sottolineando la necessità di promuovere azioni di cooperazione dei Paesi G7 con i paesi terzi – con particolare attenzione all’Africa – per promuovere una crescita sostenibile anche grazie al ruolo offerto dalle tecnologie per la decarbonizzazione”.