Analisi della domanda e del potenziale geominerario legato all’estrazione urbana, rafforzamento dell’economia circolare, ricerca e innovazione: intervenendo a Parigi al vertice su transizione energetica e finanza organizzato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea), il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha spiegato le linee di intervento italiane in tema di approvvigionamento di materie prime.
Già prima del conflitto in Ucraina, ha ricordato il Ministro “l’Italia aveva cominciato a lavorare per rafforzare conoscenza e governance, con l’istituzione del tavolo delle Materie Prime Critiche nazionale. Lo strumento principe resta l’ecodesign, ripensando le filiere fin dalla progettazione per la ricerca di materiali sostitutivi, ma anche per tecnologie energetiche più durevoli, riparabili, net-zero e riciclati al 100%”.
“A fianco dell’estrazione – ha aggiunto Pichetto – il riciclo rappresenta una realtà per molte materie prime critiche” e costituisce “una vera e propria miniera urbana”, diffusa anche dove nel sottosuolo non vi è possibilità di approvvigionamento.
“Nel nostro Paese – ha ricordato il Ministro – abbiamo migliorato la raccolta differenziata di RAEE, batterie, veicoli e altre apparecchiature dei sistemi energetici a fine vita. Il tasso di riciclo è superiore al 35%, mentre la media mondiale è del 17,4%: l’82,6% non riciclato costituisce una opportunità per generare lavoro ed economia circolare, abbattere le emissioni e rafforzare la sicurezza energetica.
Pichetto ha aggiunto che per gli Stati che non hanno lo spettro di materie prime critiche nel proprio sottosuolo, occorre “portare avanti una strategia con un mix di progetti di esplorazione, coltivazione e trasformazione, con quelli legati all’ecodesign e l’economia circolare”. È importante, ha concluso il ministro, “lavorare perché le risorse estratte con processi di riciclo abbiano chiari spazi di mercato”, assieme alla “cooperazione per facilitare investimenti incrociati tra paesi e tra pubblico e privato”.