Estrarre il litio, preziosa materia prima critica, dalle brine geotermiche: su questo tema si è svolto giovedì 27 giugno al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un convegno che ha messo a confronto le strutture del MASE con esperti e aziende operanti nel settore. L’evento, introdotto dal Direttore Generale della Direzione Fonti Energetiche e Titoli Abilitativi Marilena Barbaro, ha visto la partecipazione di alcune delle aziende operanti nel settore come ENEL Green Power, Steam, Turboden, IREN/Altamin ed enti di ricerca come il CNR e RSE.
Le brine geotermiche sono acque una temperatura in genere tra i 100 e i 300°C, dove sono presenti molti sali come ad esempio il litio, sotto forma di cloruro, solfato o carbonato disciolto nell’acqua. Queste brine si intercettano in genere in aree geotermiche, dov’è attiva un’anomalia termica. L’acqua che circola nel sottosuolo scioglie i sali dalle rocce circostanti e quindi porta alla formazione di queste brine con alte concentrazioni di metalli.
La prima parte del convegno si è focalizzata sugli aspetti giuridici del settore geotermico con particolare riferimento al Regolamento Europeo sulle Materie Prime Critiche entrato in vigore a maggio 2024 e al DL Materie prime critiche da poco emanato, al fine di adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal citato regolamento, in un’ottica di transizione digitale e green.
Contributi e auspici di innovazione normativa sono giunti sia dal Consiglio Nazionale dei Geologi che dall’Unione Geotermica Italiana. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alle esposizioni tecniche delle società impegnate nell’estrazione del litio o ad esse interessate a livello di ricerca e sviluppo.
I recenti interessi economici legati al litio hanno evidenziato la possibilità della sua estrazione anche dalla brina geotermica, portando così allo sviluppo di diverse metodologie per la valutazione delle risorse e riserve di litio, all’interno dei fluidi ospitati nei serbatoi geotermici.
Le maggiori società di ricerca italiane sono impegnate attualmente in studi collegati all’esplorazione geotermica-mineraria, ai fini di uno sfruttamento di questa rilevante risorsa energetica e mineraria presente nel sottosuolo del nostro Paese, sia per la produzione e auto-produzione energetica sia per l’estrazione del litio.
Durante il convegno sono state presentate alcune tecnologie, in parte consolidate in parte in via di sviluppo, la cui applicazione potrebbe portare benefici in termini ambientali e di efficienza energetica, massimizzando l’uso delle risorse geotermiche e fornendo ad esempio litio essenziale per le batterie dell’industria automotive. Nell’ambito tecnologico è importante evidenziare lo sviluppo della produzione di litio da salamoie geotermiche attraverso tecnologie di economia circolare.
“Da questo convegno emerge l’interesse da parte di molti stakeholder nei confronti del settore geotermico, delle sue potenzialità e delle sfide future che esso si pone”, ha affermato il Direttore Barbaro. “Come ministero – ha spiegato – ci impegniamo a mantenere la discussione attiva e aperta, consapevoli della necessità di ulteriori focus anche sulle altre materie prime, oltre il litio, di cui occorre valutare le potenzialità in Italia”.