Manovra, il Governo vuole alzare l’Iva al 22% per i rifiuti smaltiti in discarica o negli inceneritori

Con l'intento di ridurre i sussidi ambientalmente dannosi (SAD), la legge di Bilancio approvata in via provvisoria dal Consiglio dei Ministri prevede alcune misure tra cui un intervento sulla fiscalità di certe fattispecie di rifiuti. In particolare la Manovra propone di aumentare dal 10 al 22% l’Iva sulle prestazioni di "smaltimento dei rifiuti qualora avvengano mediante conferimento in discarica o mediante incenerimento senza recupero efficiente di energia"

Con l’intento di ridurre i sussidi ambientalmente dannosi (SAD), la legge di Bilancio approvata in via provvisoria dal Consiglio dei Ministri prevede alcune misure tra cui un intervento sulla fiscalità di certe fattispecie di rifiuti. In particolare la Manovra propone di aumentare dal 10 al 22% l’Iva sulle prestazioni di “smaltimento dei rifiuti qualora avvengano mediante conferimento in discarica o mediante incenerimento senza recupero efficiente di energia“.

L’aumento dell’Iva, spiega la relazione illustrativa che accompagna il testo della Manovra, “risponde alla finalità di eliminare un sussidio ambientale dannoso in contrasto con il principio dell’economia circolare, in coerenza con il disposto delle direttive unionali in tema di economia circolare, a mente delle quali lo smaltimento in discarica dovrebbe costituire una opzione residuale”.

I SAD, lo ricordiamo, sono tutti gli incentivi diretti e indiretti, che intervengono su beni o lavorazioni per ridurre il costo di utilizzo di fonti fossili o di sfruttamento delle risorse naturali, tali da incoraggiare attività economiche che abbiano un impatto negativo sull’ambiente.

Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, nel 2022 l’Italia ha speso 94,8 miliardi di euro in attività, opere e progetti connessi direttamente e indirettamente alle fonti fossili, ma anche come sostegno non strutturale a imprese e famiglie basato su politiche climalteranti. Il doppio dell’anno precedente.

Il settore dell’energia si conferma quello con più sussidi con 52,2 miliardi di euro, seguito dal settore trasporti con 20,5 miliardi. Tra gli altri settori c’è anche quello edilizio che, tra detrazioni fiscali, IVA agevolate, deduzioni IRPEF e crediti d’imposta, conta 17 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi.