L’Università di Torino nel network europeo che studia l’impatto della crisi climatica sulla salute pubblica

Il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, con il Corso di Laurea Magistrale in Medicine and Surgery (MedInTo), è tra i fondatori dell’European Network on Climate & Health Education (ENCHE). L’obiettivo è aiutare gli studenti di medicina a riconoscere, prevenire e trattare l’impatto crescente della crisi climatica sulla salute pubblica, e individuare soluzioni sanitarie sostenibili

Il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, con il Corso di Laurea Magistrale in Medicine and Surgery (MedInTo), è tra i fondatori dell’European Network on Climate & Health Education (ENCHE).

Il Network ENCHE, fondato dalle Scuole di Medicina delle più prestigiose Università europee, integrerà i temi del cambiamento climatico, della salute e della sostenibilità nella formazione medica europea. L’obiettivo è aiutare gli studenti di medicina a riconoscere, prevenire e trattare l’impatto crescente della crisi climatica sulla salute pubblica, e individuare soluzioni sanitarie sostenibili. 

Tra le 25 istituzioni fondatrici, ci sono la Medical Sciences Division – University of Oxford, la Faculty of Medicine KU Leuven, la Lancaster University Medical School e la Faculty of Medicine and Health Sciences – University of Barcelona. In Italia hanno aderito, oltre all’Università di Torino, gli Atenei di Pavia e Milano. La rete sarà presieduta dall’Università di Glasgow e costituirà un polo regionale del Global Consortium on Climate and Health Education della Columbia University Mailman School of Public Health.

Il cambiamento climatico è una delle maggiori sfide sanitarie del nostro tempo e sta aumentando le pressioni su sistemi sanitari sovraccarichi. Fattori come le temperature estreme e l’inquinamento atmosferico stanno esacerbando le malattie infettive e croniche, tra cui  il cancro, le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie e le condizioni di salute mentale. Allo stesso tempo, il settore sanitario sta contribuendo alla crisi climatica: in pochi sanno che è responsabile di una quantità di emissioni di gas serra pari o superiore a quella dell’industria aerea.

Per far fronte a questo scenario allarmante, il Network ha tra i suoi obiettivi quelli di promuovere collaborazioni tra le università europee, condividere le migliori pratiche, sviluppare risorse educative comuni e definire standard di sostenibilità e salute con gli stakeholder chiave, inclusi gli enti di accreditamento.

“L’adesione al European Network on Climate & Health Education rappresenta un passo fondamentale per la nostra comunità di studenti internazionali” dichiara il prof. David Lembo, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Medicine and Surgery “I medici di domani infatti dovranno essere preparati ad affrontare non solo le sfide cliniche, ma anche quelle ambientali, che influenzano la salute globale. L’iniziativa è in linea con la vocazione internazionale del nostro corso di laurea, che ospita studenti da più di 50 Paesi quindi rappresentare un laboratorio ideale per l’introduzione sperimentale di queste conoscenze nel curriculum della formazione medica”.

Questa iniziativa si inserisce tra le numerose attività del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche volte a esplorare il nesso tra salute e sostenibilità. Il Dipartimento infatti coordina due master universitari su questi temi e ha già integrato argomenti legati alla sostenibilità e alla salute globale all’interno del curriculum dei futuri medici del corso di laurea in Medicine and Surgery-MedInTo. “I nostri master universitari in Sustainability In Health e Health Impact Of Climate Change” dichiara il prof. Savino Sciascia, responsabile del programma dei Master “sono stati nati proprio con l’obiettivo di formare professionisti in grado di comprendere e affrontare le interconnessioni tra cambiamento climatico, salute pubblica e sostenibilità. Questi programmi si inseriscono in un più ampio impegno del nostro dipartimento a integrare queste tematiche critiche nella formazione sanitaria.”