Il piano d’azione Ue per l’economia circolare mira a raddoppiare la quota di materiali riciclati utilizzati nella sua economia entro il 2030, ma secondo l’Agenzia europea dell’ambiente bisogna accelerare, con un maggiore impegno anche nella prevenzione dei rifiuti.
Il briefing dell’EEA “Quanto è lontana l’Europa dal raggiungere la sua ambizione di raddoppiare l’uso circolare dei materiali?” mostra che nel 2021 circa l’11,7% di tutti i materiali utilizzati nell’Ue è arrivato da rifiuti riciclati, rispetto all’8,3% nel 2004. Un incremento troppo basso. Per aumentare questa quota, nota come tasso circolare di utilizzo del materiale (CMUR), e raggiungere gli obiettivi al 2030, l’Agenzia suggerisce di integrare il riciclo con la riduzione degli input complessivi di materiali.
Inoltre è fondamentale intensificare gli sforzi nella prevenzione dei rifiuti: “Un’azione che può ridurre l’uso delle risorse, massimizzare la vita utile di prodotti e materiali e promuovere la domanda di prodotti più sostenibili”. L’analisi dell’EEA propone una nuova serie di indicatori per il monitoraggio delle tendenze a lungo termine nella prevenzione. Gli indicatori si concentrano sui driver della produzione di rifiuti, sui fattori abilitanti delle politiche di prevenzione e sui conseguenti risultati in termini di riduzione dei rifiuti e delle emissioni.
Attualmente, osserva il rapporto EEA, quasi tutti gli Stati membri dell’Ue hanno alcuni obiettivi e indicatori quantitativi sulla prevenzione dei rifiuti che però variano notevolmente. La definizione di obiettivi comuni, come l’obiettivo di riduzione dei rifiuti alimentari attualmente in fase di elaborazione, può contribuire a definire obblighi in materia.
Intanto la Commissione europea ha pubblicato un quadro rivisto per il monitoraggio dell’economia circolare, che aiuta a monitorare meglio i progressi nella transizione e considera come può contribuire alla neutralità climatica, alla resilienza e alla sostenibilità globale.