“Luca Iaccarino si è immerso nel mondo del cibo in tutte le declinazioni immaginabili, svelandoci le storie più belle, ma anche gli aspetti più discutibili. Ha raccontato ogni cosa con rigore, indagandone tutte le sfumature, inseguendo innovazioni e tendenze e rispondendo a ogni domanda che vi può passare per la testa, da quelle etiche a quelle pratiche.”
Così scrive Mario Calabresi nella sua prefazione di Appetiti, l’ultima fatica letteraria di Luca Iaccarino (giornalista, scrittore e critico gastronomico) edita da Edt e, forti di questo, lo abbiamo preso in parola. Siamo andati giovedì 20 maggio, in occasione della presentazione e uscita del libro, sul tetto di Green Pea a Torino per sottoporre alcune domande all’autore, “da quelle etiche a quelle pratiche”.
Dall’entomofagia alla Nouvelle Cousine passando per lo spreco alimentare, in pochi minuti Iaccarino riesce a snocciolare i principali temi che investono il mondo del cibo (e della ristorazione) sul fronte della sostenibilità e del contrasto ai cambiamenti climatici.
Attenzione però. Appetiti non ha e non vuole avere la pretesa di raccontare il cibo attraverso una chiave di lettura ambientale e ambientalista. Ha invece il merito di farlo attraverso l’esperienza diretta di avventure gastronomiche (ben 26) vissute in prima persona dall’autore. È proprio questa narrazione del cibo attraverso le cose concrete, gli odori, i luoghi, le persone e gli animali che inesorabilmente fa emergere nel lettore la consapevolezza dell’assoluta importanza di tenere in considerazione l’impatto che il cibo ha sul nostro pianeta.
Questo modo di raccontare il cibo trasforma il lettore in un consumatore consapevole. Iaccarino non è Greta Thunberg (anche se sarebbe bello immaginarlo con treccine, cartellone al collo e impermeabile giallo a inscenare un improbabile sciopero della fame fuori dal locale di Scabin), ma è consapevole di una cosa: “lo spreco alimentare è il grande tema”.