Luca Beatrice, neo presidente della Quadriennale di Roma, dalle pagine del Corriere della Sera si scaglia contro la raccolta differenziata che è in vigore in Italia da almeno 35 anni. “Più volte minacciato è giunto anche nella nostra zona l’incubo della raccolta differenziata. Per i nuovi ideologi un vanto, per persone di buon senso una iattura – scrive il critico d’arte – A fronte di bollette salatissime inflitteci dalla Tarsu a questo punto superflue, la raccolta differenziata appare una colossale montatura demagogica che non salverà il pianeta ma complica la vita alla gente normale”.
Ecco l’intervento completo:
Nel suo commento contro la raccolta differenziata Luca Beatrice è ben consapevole di essere provocatorio fino al paradosso e forse intende anche limitarsi al gioco (io Arsenio Lupin). Le sue frasi però si inseriscono più o meno deliberatamente in una ondata di reazione anti-ecologista emotiva e ascientifica ed è quindi il caso di rispondere seriamente. La raccolta differenziata è obbligatoria ed è ormai consuetudine in Italia da quasi 40 anni. Solo alcuni quartieri di alcune grandi città, tra i quali alcune zone del Centro Storico di Torino, sono rimaste indietro come organizzazione logistica. In sostanza mancavano bidoni per l’umido e quindi molti abitanti non hanno mai imparato a separare l’umido dall’indifferenziato. Se vengono tolti gli ultimi residui bidoni stradali per l’indifferenziato è perchè sono state predisposte nuove soluzioni, proprio per raccogliere meglio l’umido (ed è facile sapere da Amiat e dal condominio cosa fare).
La protesta di Beatrice nasce da questa specifica situazione di cambiamento e si sposta però su un piano più generale. Raccolta differenziata come colossale montatura che complica la vita alla gente, procedura maniacale che rasenta la follia, e infine “la prova provata che tutto questo è inutile” perchè “per lo smaltimento corretto c’ è solo l’inceneritore”. Sia chiaro che così non sta contestando una qualche nuova opzione ambientalista ma leggi, regole, consuetudini e comparti industriali (quelli del riciclo) affermati da anni e non solo nell’Unione Europea. Neanche il generale Vannacci, che pure ha dedicato parecchie pagine contro l’ambientalismo, aveva tentato di smontare la necessità della raccolta differenziata. Siamo oltre l’argomentazione media del negazionismo.
I rifiuti sono un problema e un peso ambientale, che viene ridotto e gestito solo grazie alla differenziazione e alla riutilizzazione dei vari materiali. La raccolta separata dell’umido per avviarlo a compostaggio è una acquisizione italiana, tra l’altro particolarmente sostenuta dalle piccole città di Lombardia e Veneto nelle quali gli ecoborghesi alla parigina stigmatizzati (non capisco perchè) da Hollebueq e Beatrice non hanno peso. Il problema a Torino non è quello che si rompa troppo le scatole ai poveri cittadini ma che siamo ancora indietro sulla percentuale di raccolta differenziata (cioè siamo al 55 anzichè al 65 % di legge). L’incenerimento oltre a produrre emissioni sia nocive che climalteranti è un costo e andrebbe progressivamente ridotto.
L’Unione Europea sta facendo pressioni sull’industria alimentare, sugli imballaggi e sui prodotti in genere affinchè si riduca il peso e il volume di ciò che è da buttare e affinchè la separazione sia più semplice. Ma anche come consumatori possiamo contribuire a facilitare la differenziazione e a ridurre il peso dei rifiuti. Tornando all’ intervento di Luca Beatrice, ovviamente non si discute la libertà di opinione anche più estrema, ma sarebbe apprezzabile che riconsideri la questione, anche per i suoi risvolti culturali e perchè no artistici.