Il quadro ambientale e della mobilità in Lombardia si presenta sotto una luce preoccupante, con dati che evidenziano un divario marcato tra le attuali politiche regionali e locali e gli ambiziosi obiettivi europei da raggiungere entro il 2030. Un’analisi dettagliata, basata sui dati raccolti da Mal’Aria 2025 e forniti da ARPA, sottolinea come la qualità dell’aria e la mobilità urbana in diverse città capoluogo della regione si trovino lontane dal rispetto dei nuovi limiti per gli inquinanti.
I dati aggiornati, riferiti all’anno 2024, mostrano una situazione particolarmente critica per il PM10 e il NO2. Su dodici città capoluogo, nove non raggiungeranno i nuovi standard, con Como che rappresenta l’unica eccezione per il PM10, dovendo ridurre la concentrazione di tale inquinante di un valore superiore al 20%. Nel caso del NO2, la sfida è ancora più ardua: sia Como che Milano si troveranno a dover implementare strategie per colmare un gap del 40% rispetto agli standard europei relativi alla media annua. Inoltre, il numero di giorni di franchigia, che per il 2024 è stato superato in sei capoluoghi, passerà da 35 a 18 giorni per tutti gli inquinanti misurati, includendo PM10, PM2,5 e NO2.
Il comparto ambientale in Lombardia mostra ulteriori preoccupazioni: sei capoluoghi, tra cui Milano, Cremona, Brescia, Monza, Lodi e Pavia, hanno registrato superamenti della soglia di 35 giorni di franchigia per il PM10. In questo contesto, Milano si posiziona come la seconda città a livello nazionale per superamento dei limiti, mentre Cremona detiene il secondo posto per la media annua, evidenziando come anche le attività zootecniche incidano significativamente sull’inquinamento. Parallelamente, Milano si distingue per i livelli di NO2, un dato aggravato dalla crescente congestione dovuta al traffico motorizzato e all’incremento del tasso di motorizzazione pro capite.
Il diritto alla qualità dell’aria, garantito per ogni cittadino, appare sempre più compromesso in Lombardia, sacrificato in nome di una logica di business as usual che sembra restare ancorata a modelli obsoleti. La situazione, infatti, rispecchia una mancanza di rinnovamento nelle politiche ambientali e una resistenza al cambiamento che penalizza la salute pubblica e l’innovazione economica.
Il dossier sulla mobilità offre ulteriori elementi di riflessione. La pagella della campagna Città2030 su Milano rivela una mobilità insostenibile: il tasso di motorizzazione ha raggiunto i 520 veicoli per 1000 abitanti, con conseguenze negative in termini di congestione e inquinamento, nonostante un’offerta di trasporto pubblico di livello europeo, comprendente 5 linee di metropolitana, 18 tramvie, 1279 autobus, e una solida rete di collegamenti ferroviari e sharing mobility, con servizi di car sharing e mezzi a due ruote. Questa discrepanza evidenzia la necessità di una profonda riforma della governance e della concorrenza nel settore dei collegamenti ferroviari metropolitani e regionali, nonché un intervento urgente sulla gestione delle soste su suolo pubblico per ridurre il ricorso indiscriminato all’automobile privata.
I risultati di Mal’Aria e della campagna Città2030 non solo mettono in luce un quadro ambientale critico, ma rivelano anche problematiche relative alla sicurezza stradale e alla ciclabilità, quest’ultima potenzialmente trascurata a vantaggio di soluzioni che privilegiano il trasporto motorizzato.
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha commentato: “Mal’Aria e Città2030 delineano un quadro poco incoraggiante sia per gli obiettivi condivisi a livello europeo sia per la salute dei cittadini. La qualità dell’aria continua ad essere un territorio inesplorato dalla politica regionale, mentre il modello automobile-centrico persiste nonostante un’eccellente offerta di trasporto pubblico. È indispensabile un cambiamento sia culturale che amministrativo se si vuole innovare l’economia e la società, in linea con la transizione ecologica necessaria.”
Con l’urgenza di riformare e aggiornare le politiche in materia di ambiente e mobilità, la situazione in Lombardia richiede interventi strutturali e un impegno coordinato tra istituzioni, aziende e cittadini per trasformare il modello attuale in uno che favorisca la sostenibilità e il benessere collettivo, riducendo l’impatto negativo sull’ecosistema urbano e migliorando la qualità della vita dei residenti.