Una recente nota di Legambiente Lombardia denuncia come l’ozono troposferico supera i livelli di “soglia di informazione”, cioè le concentrazioni di inquinanti atmosferici che, secondo la legge, richiedono che i cittadini siano informati sulle misure da adottare per limitare i danni causati da questo gas. L’ozono è un potente ossidante che irrita le mucose respiratorie e può danneggiare le cellule viventi, comprese quelle degli esseri umani. Pertanto, è necessario fornire informazioni specifiche sulle precauzioni da prendere.
Legambiente evidenzia che la situazione peggiore è quella che si rileva tra la Brianza e l’alta Pianura Bergamasca, dove i picchi di ozono eccedono anche i 200 microgrammi al metro cubo, ma le mappe di ARPA Lombardia riportano una situazione critica non solo per le concentrazioni di picco ma anche per quelle calcolate sulla media di 8 ore, che a norma di legge dovrebbero essere al di sotto dei 120 microgrammi/mc, parametro ampiamente superato in quasi tutta la regione da settimane, e con poche eccezioni. Nella giornata di ieri l’unica località al di sotto di questo valore è stata la città di Sondrio.
L’associazione ambientalista spiega che i consigli per tutti sono legati alle caratteristiche di questo inquinamento, che si sviluppa per effetto della luce solare sulle molecole di ossido d’azoto, tipico inquinante da traffico, emesso in particolare dagli scarichi dei motori diesel. Proprio il legame con la luce solare fa sì che il picco di inquinamento si misuri nelle ore pomeridiane, per poi ridursi progressivamente nelle ore successive al tramonto. E il consiglio per limitare i danni è quello di evitare attività fisiche intense all’aperto nelle ore pomeridiane, utilizzando per questo le ore del mattino, quando le concentrazioni inquinanti non hanno ancora raggiunto il picco.
Il 27 giugno l’assessore regionale ad Ambiente e Clima, Giorgio Maione, in una nota ha ribadito i contenuti del ‘manifesto’ lombardo per il clima. Con un suo fact-checking, Legambiente Lombardia ha chiarito come i dati forniti da Regione alla UE sui miglioramenti ottenuti per la qualità dell’aria siano in realtà “taroccati”.
“La strada per veder riconosciuto il diritto alla salute e all’aria pulita in Lombardia è ancora molto lunga. Dobbiamo accelerare verso i nuovi parametri UE, non remare pretestuosamente contro come fa Regione,” denuncia Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Sicuramente pesano le difficili condizioni orografiche della Pianura Padana, ma molto di più l’inerzia delle istituzioni regionali rispetto all’urgenza di affrontare le cause della mal’aria. Da decenni conosciamo le responsabilità dei motori diesel nel generare gas tossici, precursori delle polveri sottili e dell’ozono. Eppure una vera politica di uscita dall’era del diesel non è ancora in campo, ed anzi la Lombardia resta tra le regioni europee con i più alti numeri di autoveicoli circolanti sulla sua densissima rete stradale!”.