Stiamo cercando di capire cosa significhi e comporti la nota che abbiamo ricevuto dagli uffici della Commissione Europea in merito alla direttiva SUP, e innanzitutto, come venga interpretata. E’ presto per dire che sia stato trovato un accordo, soprattutto sul controverso nodo della bioplastica compostabile. Del resto non è immaginabile che una direttiva venga raddrizzata da una telefonata tra il Ministro italiano e il o un Commissario Europeo. La nota comunque sembra confermare che uno spiraglio su qualcosa si è aperto e che la Commissione non voglia scomunicare l’Italia, o almeno non apertamente.
Lo spiraglio sembra aprirsi su come considerare i bicchieri di carta che hanno una parziale componente di plastica per resistere. Si stava marciando verso un regolamento molto severo che avrebbe costretto a scrivere su ogni bicchiere “attenzione contiene plastica” o qualcosa del genere. E oltretutto nella lingua del paese in cui il bicchiere viene smerciato. Ora scrivendo che si terrà conto del peso e della percentuale sembra aprirsi la possibilità di un riconoscimento del carattere misto del bicchiere.
Più complessa ancora la parte sulle bioplastiche compostabili. Oltre a ricordare che ci sarà la revisione nel 2027 (campacavallo) si introduce la necessità di una valutazione “politica” ( singolare e non casuale l’aggettivo) nel 2022 per valutare l’opportunità di alcuni usi di piatti e posate biocompostabili o forse dei contenitori per alimenti da portare via.
C’è chi ricorda che già nel caso delle disposizioni europee contro i sacchetti usa e getta la differenziazione operata dall’ Italia tra plastica e bioplastica non era stata inizialmente accettata da Bruxelles e poi invece sì. Forse succederà lo stesso? La data del 2022 potrebbe anche significare che – con i tempi tecnici di inizio applicazione a luglio, e tempi concessi per l’esaurimento delle scorte – si arrivi all’anno prossimo senza che sulla Sup l’evidente discrepanza tra Italia biocompostabile e Unione Europea “non compostabile” dia luogo a effettive procedure d’infrazione. E’ una ipotesi troppo maliziosa?