Nel pomeriggio di domenica 1 ottobre, attivisti e cittadini si sono riuniti di fronte all’inceneritore di Livorno, con l’obiettivo di sollecitare la chiusura dell’impianto e difendere l’ambiente e la salute pubblica. Le loro preoccupazioni riguardano varie questioni, tra cui il traffico di rifiuti, le emissioni inquinanti delle navi, la crescente cementificazione del territorio e la presenza di industrie inquinanti.
Il destino dell’inceneritore Aamps rimane incerto. Mantenere in funzione l’impianto fino al 2027 comporterebbe un costo di 15 milioni di euro. RetiAmbienti, il gestore responsabile del ciclo integrato dei rifiuti che fornisce servizi al comune di Livorno, attende la prossima conferenza dei servizi in Regione per prendere una decisione definitiva. L’obiettivo è completare una valutazione costi-benefici dettagliata e determinare se chiudere o meno l’impianto. Inoltre, la scadenza dell’autorizzazione regionale per l’incenerazione dei rifiuti indifferenziati si avvicina, aggiungendo ulteriori complessità alla situazione.
La discussione è stata aperta da Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, che in questi giorni sta pedalando verso Roma per consegnare al governo 30mila firme raccolte a favore del riuso come alternativa agli inceneritori di rifiuti. Ercolini ha lanciato una critica diretta al sindaco Luca Salvetti, dicendo: “Sindaco, ravvediti – questo impianto deve essere chiuso. È in corso la valutazione dell’Aia, è vero, ma i cittadini di Livorno non dovrebbero investire ulteriori fondi in un impianto che è chiaramente giunto alla fine della sua vita utile”.
L’inceneritore di Livorno, brucia circa 65.000 tonnellate di rifiuti all’anno, pari a 200 tonnellate al giorno, è soggetto all’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), la quale scade il 30 ottobre. Dopo questa data, in teoria, l’impianto dovrebbe essere spento. Tuttavia, questa situazione è tutt’altro che definitiva. In passato è stata presentata una richiesta di riesame dell’autorizzazione, e le varie procedure sono attualmente in fase di valutazione da parte della conferenza dei servizi convocata dalla Regione.