“L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi ed ha partecipato attivamente al negoziato. Tuttavia, l’accordo finale che è emerso dai triloghi resta per noi non soddisfacente. Occorre una maggiore riflessione su come evitare impatti negativi su di un settore, come quello agricolo, che è cruciale per l’economia e la sicurezza alimentare dell’Italia e dell’Ue”.
Lo ha detto la viceministra all’Ambiente, Vannia Gava, in merito alla proposta sulla Nature Restoration Law (NRL), confermando l’opposizione del governo italiano all’approvazione definitiva della legge. Opposizione espressa nel corso del Consiglio Ambiente del 25 marzo, in cui ci si aspettava una conferma solo formale del testo da parte dei 27 Paesi membri, ma dapprima l’Ungheria e poi a ruota Italia, Paesi Bassi, Svezia, Polonia, Austria, Belgio e Finlandia hanno fatto mancare il loro sostegno alla norma.
La Nrl è stata approvata dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio, dopo che a novembre 2023 era stato trovato l’accordo provvisorio con il Consiglio Ue. Il Consiglio Ambiente, che ricordiamo essere una delle formazioni con la quale si riunisce il Consiglio Ue con i soli ministri dell’Ambiente dei 27, era a questo punto solo una tappa formale, come detto. Eppure così non è stato.
Ora se una soluzione sul testo non viene trovata entro l’inizio di giugno, quando si svolgeranno le prossime elezioni europee, il rischio è che la Nature Restoration Law venga messa nel cassetto senza prospettive certe.