Lo scorso 25 aprile, ClientEarth e European Environmental Bureau hanno firmato un comunicato stampa congiunto per chiedere all’UE di vietare più sostanze chimiche dannose.
“Esattamente un anno fa, la Commissione europea ha annunciato che avrebbe vietato rapidamente migliaia delle sostanze chimiche ancora presenti nei prodotti di consumo e che contribuiscono a causare infertilità, malattie gravi e danni ambientali. La copertura mediatica dell’annuncio fu ampia. A tal proposito venne pubblicata una tabella di marcia che prometteva divieti dei ritardanti di fiamma (composti chimici aggiunti ai prodotti di uso domestico e industriale per evitare che incendino e per rallentare il propagarsi delle fiamme), sostanze chimiche spesso legate al cancro ma presenti nella maggior parte delle case; tutti i bisfenoli (sostanza chimica usata principalmente in associazione con altre sostanze per produrre alcune plastiche e resine), che possono avere un grave impatto sulla fertilità umana ma toccano quotidianamente la maggior parte degli europei; e tutti i PFAS ( Sostanze Poli – e Per-fluoroalchiliche che vengono prodotte unicamente dalle attività umane e che non esistono in natura. Il loro numero è compreso tra 4700 e 10.000 e sono particolarmente utilizzate per via delle loro proprietà idro e oleo repellenti) non essenziali. Ci sono ancora circa 2.000 sostanze chimiche nocive presenti nei pannolini per bambini, ciucci e prodotti per l’infanzia tra quelle da vietare (…). Complessivamente ben 7.000 sostanze chimiche potrebbero essere vietate dalla tabella di marcia entro il 2030, un enorme passo avanti rispetto alle circa 2.000 che l’UE ha gradualmente eliminato negli ultimi 14 anni, più di qualsiasi altra regione del mondo.
La revisione in merito ai progressi pubblicata il 25 aprile dai gruppi ambientalisti ClientEarh e dall’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB), mostra però, che sta emergendo un risultato molto diverso da quello atteso: sono stati vietati 14 gruppi chimici nei tempi previsti. Due di questi sono tra i più dannosi. Altri 11 gruppi, invece, coprono solo un piccolo numero di sostanze chimiche e dei loro usi, consentendo un continuum del loro inquinamento. Un altro gruppo, poi, è molto ridondante. Allo stato attuale, a causa di fascicoli ancora in stato di bozza, centinaia di migliaia di tonnellate di sostanze tossiche all’anno sono destinate a sfuggire ai divieti (…) Gli attivisti danno la colpa alle pressioni esercitate dall’industria chimica, il quarto settore industriale dell’UE e uno dei più inquinanti, ad alta intensità energetica e di risorse, secondo la commissione (…). Ma la maggior parte della colpa è dei funzionari, dicono i gruppi, in particolare della Commissione europea (…)”, recita parte del comunicato.
All’interno dello stesso sono riportate le parole di Hélène Duguy, consulente legale e politico di ClientEarth e di Dolores Romano, vice responsabile delle politiche dell’EEB per i prodotti chimici. La prima ha dichiarato: “Per anni, abbiamo assistito al fallimento dell’approccio frammentario dell’UE ai divieti chimici. Questo approccio significa che le persone e il nostro ambiente non sono protetti dalle sostanze chimiche più dannose. Questo deve cambiare ora: le autorità europee e la Commissione europea dispongono di tutti gli strumenti legali per salvare questa tabella di marcia e correggere una deprimente direzione di marcia”.
La seconda, invece, ha detto: “abbiamo superato i limiti dell’inquinamento chimico. Il nostro ambiente, l’acqua potabile, il cibo, le nostre case e i nostri beni includono volumi sempre maggiori di sostanze chimiche sintetiche pericolose legate ad allergie, malattie e infertilità, negli esseri umani e nel mondo naturale. L’Europa ha una visione stimolante per un futuro privo di sostanze tossiche. Sono parole vuote”?
“La produzione chimica è aumentata di un fattore 50 dal 1950 e si prevede che triplicherà nuovamente entro il 2050 a livello globale. Ci sono prove crescenti che gli europei stanno subendo impatti sulla salute a causa dell’inquinamento da sostanze chimiche, ha recentemente avvertito l’Agenzia europea dell’ambiente . Un sondaggio pubblico ufficiale del 2019 ha rilevato che quasi tutti gli europei sono preoccupati per l’impatto delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano sull’ambiente”, conclude il comunicato.