Dall’abbigliamento al cibo, dagli aerei agli edifici: una ricerca dell’organizzazione Circle Economy stima che il 70% delle emissioni di gas serra sono legate alla produzione e all’uso di prodotti.
Nel suo rapporto annuale sullo stato dell’uso dei materiali nel mondo, i ricercatori hanno affermato che gli impegni nazionali per il clima per ridurre le emissioni climalteranti si concentrano strettamente sull’uso di combustibili fossili e ignorano il crescente bisogno globale per apparecchi, cose e oggetti. Matthew Fraser, capo della ricerca presso Circle Economy, ha affermato che il rapporto mirava a guardare oltre il semplice utilizzo di combustibili fossili e la transizione verso l’energia verde e a interrogarsi sulle implicazioni delle emissioni date dall’utilizzo di meno risorse.
Il rapporto stima che se l’economia fosse più circolare, riducendo l’estrazione e il consumo di risorse del 28%, il mondo potrebbe raggiungere l’obiettivo di Parigi sul riscaldamento massimo, fissato a 1,5° C sopra i livelli preindustriali.
Il rapporto evidenzia però che solo un terzo degli impegni climatici delle nazioni menziona l’economia circolare come parte dei suoi obiettivi sulle emissioni. L’umanità sta consumando il 70% in più dei materiali “vergini” di quanto il mondo possa rifornire in maniera sostenibile.
“Metabolismo” economico
L’analisi esamina i flussi di materiali globali in base alle cifre nazionali di importazione ed esportazione e li traduce in stime dei materiali utilizzati e riutilizzati. Calcola anche l’uso annuale delle risorse che è cresciuto da 89,8 miliardi tonnellate del 2016 a oltre 100 miliardi di tonnellate nel 2019 e per il 2021 ha fatto una stima di 101,4 miliardi.
Circle Economy ha scoperto che quasi tutti i materiali estratti vanno sprecati, con solo l’8,6% dei materiali riciclati nel 2020, quello che chiamano il divario di circolarità. Questa è una percentuale ancora più bassa rispetto al 2018, quando i materiali riutilizzati erano il 9,1% del totale, poiché la domanda globale di più cose aumenta.
Il rapporto ha identificato una serie di pratiche in tutti i settori, dalla produzione alimentare ai trasporti, che potrebbero aiutare a frenare l’uso in continua espansione di materiali “vergini”. Fraser ha affermato che l’attuale modello che consente alle persone dei paesi più ricchi di acquistare prodotti da tutto il mondo e vederseli consegnare entro poche ore o pochi giorni, dovrà inevitabilmente cambiare.
Il rapporto ha anche valutato strategie come:
- consentire la riparazione di prodotti elettrici (che contengono materie prime fondamentali come oro, argento e cobalto)
- riprogettare gli articoli per renderli più facili da riciclare
- limitare la plastica monouso e noleggiare i prodotti, tipo le automobili, invece di acquistarli.
Fraser ha affermato che la politica dei governi deve essere ridisegnata verso incentivi economici che rendano più economico il riutilizzo delle risorse e più costoso l’utilizzo di quelle nuove. Questa politica dovrebbe essere considerata parte integrante degli sforzi per frenare il riscaldamento globale.