Continuano gli intrecci fra questioni ambientali ed Elon Musk. Dopo l’inizio a singhiozzo della costruzione della Gigafactory Tesla a Berlino, l’imprenditore e Twitter star continua a far parlare di sé per il coinvolgimento piuttosto incoerente con il mondo delle criptovalute.
Cosa sono le criptovalute?
Una criptovaluta è una valuta digitale che può essere utilizzata per l’acquisto e lo scambio di beni e servizi, basata su una tenuta contabile online protetta da una forte crittografia per assicurare transazioni online sicure e anonime (in misura variabile). Esistono diverse criptovalute con approccio diverso all’uso della blockchain e all’applicazione pratica del concetto di decentralizzazione.
E proprio la blockchain, la tecnologia di registrazione delle transazioni in criptovaluta, rappresenta forse l’aspetto più interessante del fenomeno. Le ramificazioni sono davvero tante, dato che alcuni operatori hanno iniziato ad accettare le criptovalute per il deposito su siti di giochi di bingo. Non figura tra queste la nota casa di gioco online Bingo.it, essendo una realtà affidabile e autorizzata dall’ADM italiano.
Il coinvolgimento di Elon Musk con le criptovalute
Dopo aver dichiarato pubblicamente l’apertura storica di Tesla a Bitcoin, accettando questa valuta per l’acquisto di vetture a motore elettrico prodotte dal brand americano, e aver contribuito con i suoi “simpatici” tweet all’esplosione della criptovaluta Dogecoin, considerata da molti alla stregua di un meme, Musk ha recentemente cambiato idea, provocando un crollo del valore del Bitcoin e di diverse altre criptovalute ad essa collegate.
Tesla ha così sospeso la possibilità di acquistare le proprie vetture utilizzando Bitcoin. La motivazione? Stando alle dichiarazioni pubbliche di Musk e della compagnia manifatturiera, si tratterebbe di un problema ambientale.
Le criptovalute e l’ambiente
Non sono nuovi i dubbi fra l’ascesa di queste valute digitali e il loro possibile impatto ambientale.
Sul punto Tesla si sarebbe detta “preoccupata dell’uso sempre più intenso dell’energia fossile per attività di estrazione del Bitcoin e relative transazioni.” Il carbone, fra le fonti di energia fossile più inquinanti, viene largamente utilizzato per creare energia elettrica e soddisfare il fabbisogno delle sempre più numerose mining factories sparse in giro per il mondo.
Sempre stando alle dichiarazioni di Tesla, Elon Musk e il gruppo non venderanno alcun Bitcoin, mantenendo l’intenzione di accettare questa valuta per transazioni con la società qualora l’attività estrattiva si rivelerà meno impattante dal punto di vista ambientale. Al momento, si sono dichiarati intenzionati a valutare altre criptovalute che utilizzano anche meno dell’1% dell’energia utilizzata per ogni transazione da Bitcoin.
L’impatto ambientale di Bitcoin e delle altre criptovalute
Al di là delle valutazioni di carattere etico e tecnologico, non ci sono molti dubbi che le criptovalute e altri sistemi basati sul blockchain utilizzano enormi quantitativi di energia. Ad oggi, molta di questa energia proviene dalla combustione di carbone e altre fonti fossili, sebbene una percentuale sempre crescente di tale fabbisogno venga soddisfatto dalle rinnovabili.
Sebbene ci siano costanti discussioni sulle cifre (spesso incomplete, non verificabili, falsificate o in costante evoluzione) ciò che è dimostrato è che l’attività di estrazione delle criptovalute sono un fattore rilevante nelle emissioni di diossido di carbonio.