«Blocco totale. Questo potrebbe essere il destino dell’eolico on shore italiano a fronte dell’applicazione del DL 50 del 17 maggio 2022 che tenta di semplificare le installazioni delle rinnovabili che non potranno mai esserci. – afferma Livio de Santoli, presidente del Coordinamento FREE – Nel DL si inserisce un fascia di rispetto dei beni culturali del raggio di sette chilometri nella quale non si possono realizzare impianti eolici e di un chilometro per il fotovoltaico e allora abbiamo fatto una simulazione per verificare quante zone vengono escluse dall’idoneità alla installazione di impianti eolici; in quante zone il fotovoltaico è bloccato usando l’unico database open source e accessibile ai cittadini che censisce i beni culturali: quello GIS dell’Emilia Romagna. Il risultato, come si vede dalle mappe realizzate da Mario Zambrini di Ambiente Italia (allegate al comunicato) è chiaro. Aree idonee all’installazione di impianti eolici, in Emilia Romagna, non ce ne sono, Zero disponibilità di territorio per l’eolico».
«Si tratta di un risultato prevedibile visto che i beni culturali, e il data base non li contiene tutti, sono10.033 beni architettonici, 214 beni archeologici, nonché 643 sedi di conservazione degli archivi. – afferma Mario Zambrini di Ambiente Italia – Per ironia della sorte il DL si chiama “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonchè in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina” e si verifica tutto ciò perché nell’art. 6 si introduce una nuova lettera “c-quater” la fascia di rispetto è determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici. In pratica, si vorrebbero introdurre semplificazioni per l’installazione d’impianti con fonti rinnovabili (solare ed eolico) per le aree che non sono tutelate e che non ricadono nella fascia di rispetto dei beni sottoposti a tutela, ma in realtà non si è tenuto conto della densità dei beni culturali in Italia, per cui si verifica un sostanziale blocco dell’eolico in tutta la Regione Emilia Romagna (si vedano figure allegate). E nelle altre regioni la situazione non è troppo diversa, visto che i beni culturali italiani sono circa 140.000 (fonte Fai*)».
«Ebbene per l’eolico questi sette chilometri di raggio di fatto escludono e impediscono lo sviluppo di impianti eolici un’area di 153,86 km2. – prosegue Livio de Santoli – Ora c’è da chiedersi quale sia la ratio di questa incredibile vicenda: incompetenza? La pantomima dell’essere favorevole alle rinnovabili senza esserlo? Un diktat del ministro della Cultura che non può essere rifiutato? E ancora: che senso hanno, in questa ottica, le aree idonee che le regioni sono chiamate a definire? Se la politica è l’arte della mediazione, il Governo anche questa volta ha fallito».
«Per le altre regioni il ministero della Cultura fornisce dati consultabili, ma non scaricabili, ragione per la quale la simulazione è stata fatta “solo”, per ora, sull’Emilia Romagna. – concludono Livio de Santoli e Mario Zambrini – Chiederemo quanto prima al ministero della Cultura di fornirci in tempi rapidi un data base accessibile sul quale fare la simulazione a livello nazionale, anche perché si deve correggere questo incredibile meccanismo con il quale si agisce con una finta semplificazione che si traduce in un blocco».
*Nota: in Italia secondo il FAI esistono 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, 85.000 chiese soggette a tutela e 40.000 dimore storiche censite.