Il 10 giugno è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la cosiddetta Legge Salva Mare, che entrerà in vigore il 25 giugno. La norma, approvata in via definitiva a maggio di quest’anno, promuove il risanamento dell’ecosistema marino, l’economia circolare e la corretta gestione dei rifiuti, prevenendone l’abbondono in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e premiando i pescatori che conferiscono quelli raccolti accidentalmente.
Quello che la nuova legge permette sarà soprattutto il recupero e il conferimento della plastica nei porti, dove le autorità devono riceverla e sistemarla in apposite isole ecologiche perché poi venga avviata a riciclo. Fino ad oggi, i pescatori erano invece costretti a ributtare in mare i rifiuti pescati, per non essere denunciati penalmente per trasporto illegale. La norma vale anche per i laghi e i fiumi.
MiTE e Ministero delle Politiche agricole sono ora al lavoro per redigere un apposito decreto ministeriale per individuare le misure premiali nei confronti dei comandanti dei pescherecci che conferiranno i rifiuti. Va chiarito che, come recita il provvedimento, gli incentivi non potranno avere natura economica.
Il testo della Legge Salva Mare ammette la raccolta anche mediante sistemi di cattura dei rifiuti, a patto che questi non interferiscano con le funzioni eco-sistemiche dei corpi idrici e nell’ambito di specifiche campagne di pulizia organizzate si iniziativa diretta dell’autorità competente, da parte dei soggetti terzi promotori delle campagne. Le modalità saranno individuate con decreto del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Mipaaf e acquisito il parere della Conferenza Stato-Regioni.
Secondo le stime di Fedagripesca-Confcooperative rilasciate all’Ansa ad inizio aprile, se la flotta da pesca italiana ad ogni uscita potesse portare a terra tutto quello che rimane impigliato nelle reti oltre al pesce, in 10 anni libererebbe il mare da 30 mila tonnellate di rifiuti. In quest’ottica la legge ‘Salvamare’, sostiene Fedagripesca, la nuova legge è un validissimo aiuto.
La legge prevede inoltre campagne di sensibilizzazione e informazione sul mare, la plastica e l’economia circolare, ma soprattutto introduce l’obbligo di raccolta differenziata e di Educazione Ambientale in tutte le scuole italiane. Prima era possibile, ma non obbligatorio. Nel 2015 l’allora Ministero dell’Ambiente (oggi Transizione Ecologica) e il MIUR avevano emanato delle nuove linee guida in materia; un anno dopo era poi stato firmato un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole (nel quadro del PON 2014-2020). Grazie alla legge Salvamare adesso questi accordi trovano nuova forza per concretizzarsi.