Durante il V Forum Acqua di Legambiente tenuto a Roma lo scorso 4 ottobre è emerso come i dati riguardanti la città di Roma sugli eventi climatici estremi legati all’acqua siano preoccupanti. Come riporta l’associazione ambientalista, infatti, Roma è la città più colpita in Italia da questi fenomeni e dal 2010 ad oggi se ne sono contati 65.
Di fatto, spiega Legambiente: “La risorsa idrica è sempre più al centro della crisi climatica, e lo dimostra il fatto che il 67% degli eventi meteorologici estremi e che hanno causato danni, hanno visto come protagonista l’acqua, tra allagamenti, esondazioni, grandinate e siccità prolungata. Calcolando tutti gli eventi estremi dal 2010 a oggi, la città in Italia più colpita in assoluto è Roma con 65 eventi. Secondo i dati Ispra Idrogeo inoltre, nella Capitale è a rischio alluvioni il 9,1% del territorio, abitato da 96.586 persone tra 11.388 edifici, 9.650 imprese e 177 beni culturali. I quartieri più a rischio sono: a sud-ovest Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; a est Tiburtina e Prenestina; a nord Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, centrali Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni”.
“Roma è la città più colpita da eventi estremi legati all’acqua, ed è quindi da qui che bisognerebbe rispondere con più forza, con politiche di mitigazione delle conseguenze, con la messa in sicurezza di un’enorme porzione di territorio e con progetti di rinaturalizzazione e deimpermeabilizazione del suolo – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Anche nella Capitale quindi, bisogna affrontare la crisi climatica mettendo assolutamente al centro le politiche di gestione corretta e salvaguardia della risorsa idrica: per evitare gli sprechi e ottimizzare i consumi così da prepararci a siccità che sono sempre più lunghe e più frequenti; per realizzare le opere di mitigazione degli impatti climatici estremi e quelle per affrontare il dissesto idrogeologico; per garantire la qualità della principale delle risorse, sempre più preziosa, affrontando maladepurazione e abusivismo fognario; per fermare il consumo di suolo così come scellerate proposte normative regionali, con le quali si vorrebbero rendere abitabili garage e scantinati invece di puntare a fermare il consumo di suolo e avviare grandi pratiche di deimpermeabilizzazione e rinaturalizzazione dei territori.”