La neo-Presidentessa di Amiat Paola Bragantini, nominata dalla Città di Torino, ha rilasciato ieri a La Stampa una intervista che non può che lasciare interdetti. «Amiat si è data l’obiettivo di estendere le eco isole a tutta la città entro il 2029»; «Ho solo molte perplessità sul fatto che siano chiuse (riferendosi alle eco isole)» sono dichiarazioni allarmanti che illustrano un disegno ormai chiaro, un piano che sembra ormai definitivo.
Al di là dell’ipotesi di un eventuale sblocco delle eco isole, che significherebbe un ritorno alla fallimentare raccolta stradale (che ancora oggi a Torino dimostra tutti i suoi difetti) e che vogliamo attribuire ad una nomina ancora troppo fresca, Legambiente chiede alla Città di Torino, nelle persone del Sindaco Lo Russo e dell’Assessora competente Foglietta, di esporre chiaramente quale sia la linea che intende perseguire e quali siano i dati e le valutazioni alla base di questa scelta.
“La scelta della modalità di raccolta è una decisione politica in capo alla Città di Torino, non può certo essere la società concessionaria a definirla – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Se la scelta della Città di Torino è quella di andare verso la cancellazione del porta a porta a favore della estensione delle eco isole, chiediamo al Sindaco Lo Russo e all’Assessora competente Foglietta di dichiararlo apertamente. I servizi pubblici vanno resi secondo criteri di “tutela ambientale, efficacia, efficienza ed economicità, con particolare attenzione ai costi ambientali” (cfr art. 2 del contratto di servizio Amiat). Chiediamo alla Città di rendere pubblici i dati sulla base dei quali e in osservanza ai criteri sopra esposti si è scelto di cancellare la raccolta porta a porta dalla Città di Torino, andando controcorrente rispetto a quanto accade nelle realtà virtuose nel resto del Paese”.