Legambiente: “Bologna modello virtuoso, i dati confermano l’efficacia della Città 30”

Stefano Ciafani: “La direzione imboccata da Bologna con la scelta di Città 30 è quella giusta e i dati diffusi oggi lo dimostrano. Anche le altre città italiane possono ambire a raggiungere lo stesso standard di Bologna e delle città europee che, da anni, beneficiano degli effetti positivi delle politiche basate su limiti a 30km/h. Serve buona volontà e coraggio”

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I dati diffusi il 16 gennaio dal Comune di Bologna confermano un cambiamento significativo nella città: ad un anno dall’introduzione del limite di 30 km/h, si registra un calo degli incidenti, una riduzione dei feriti e un netto crollo delle vittime della strada. Questa misura, fortemente voluta dal sindaco Matteo Lepore, rappresenta un punto di svolta verso una maggiore sicurezza stradale e una mobilità sostenibile, come evidenziato da Legambiente.

L’esperienza di Bologna Città 30, secondo l’associazione ambientalista, “dimostra che la chiave per una maggiore sicurezza e vivibilità non risiede nell’azione repressiva o nelle sanzioni pesanti, ma in un cambiamento strutturale della mobilità urbana“. Tra i principali interventi:

  • Limiti di velocità ridotti, con il limite massimo di 30 km/h;
  • Trasporti pubblici potenziati, come il Trasporto Pubblico Locale (TPL), autobus e il Servizio Ferroviario Metropolitano;
  • Ridistribuzione dello spazio urbano, per garantire una convivenza sicura tra tutti gli utenti della strada.

L’esperienza bolognese, per Legambiente può diventare un modello per altre città italiane. “Da anni, molte città europee beneficiano delle politiche basate su limiti a 30 km/h, Zone a Basse Emissioni (Low Emissions Zones) e nudge policies, che incoraggiano stili di mobilità alternativi”.

Nonostante ciò, l’associazione ambientalista sottolinea che, il nuovo “Codice della Strada presentato dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini non ha preso esempio da Bologna, inserendo invece potenziali ostacoli per chi voglia intraprendere percorsi analoghi”. Questo atteggiamento è stato criticato da Legambiente, che invita le istituzioni a dimostrare coraggio e visione.

Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e i rappresentanti regionali e locali, Bologna ha intrapreso la direzione giusta. Legambiente continuerà a monitorare i risultati del limite di 30 km/h, che punta all’azzeramento delle morti stradali, e a sollecitare ulteriori miglioramenti attraverso:

  • Trasformazione dello spazio urbano;
  • Maggiori controlli;
  • Sensibilizzazione della cittadinanza.

Dal punto di vista scientifico, il limite di 30 km/h si è rivelato particolarmente efficace:

  • A questa velocità, la mortalità è residuale (<10%) e l’impatto equivale a una caduta dal primo piano.
  • Già a 50 km/h, l’impatto è equivalente a una caduta dal terzo piano, con una probabilità di morte superiore al 50%.

Ad oggi, in Italia, solo Bologna, Olbia e Treviso hanno adottato il limite diffuso dei 30 km/h. Questo approccio rappresenta un passo avanti verso una mobilità più sicura e sostenibile, dimostrando che con buona volontà e determinazione è possibile ridurre significativamente gli incidenti stradali e migliorare la qualità della vita urbana.