A un anno e mezzo dall’estensione della raccolta porta a porta sull’intero territorio comunale, incluse marine e case sparse – grazie al ricorso al quinto d’obbligo contrattuale con Monteco, l’azienda appaltatrice del servizio di gestione dell’igiene urbana – la raccolta differenziata de Lecce migliora e raggiunge il 65,01%, mentre la produzione di rifiuti pro capite si attesta sul 43,21%. Lo comunica il Comune pugliese in una nota.
Facendo un breve riepilogo temporale, nel 2014, l’anno prima dell’avvio della raccolta porta a porta in città, la percentuale di raccolta differenziata è al 16,69%: nel 2016 la percentuale di raccolta differenziata si attesta sul 37,13% e nel 2017 sale al 58,27%. A gennaio del 2021, viene stabilita l’estensione della raccolta porta a porta anche per marine e case sparse. Nel 2020, la percentuale di differenziata è al 59,82% – dato che risente dell’emergenza Covid durante la quale, per motivi legati al conferimento dei positivi, la percentuale di rifiuto indifferenziato è stata maggiore – e nel 2021 arriva al 65,01%.
La produzione di rifiuto pro capite (kg/abitante/mese) è passata dal 52,57% del 2014 al 42,75% del 2020 sino al valore di 43,21% del 2021 (dato influenzato dal periodo pandemico).
Con il quinto d’obbligo contrattuale, inoltre, è cambiata la tipologia di spazzamento “portante” che è quello meccanizzato assistito da un operatore a terra. Una tipologia che sfrutta la capacità delle macchine di poter spazzare in modo più efficace una superficie più ampia, mentre l’operatore a terra esegue i necessari interventi di completamento (per esempio, spazzando i punti di difficile accessibilità per le macchine).
Altri dati interessanti riguardano la rilevazione della quantità delle frazioni estranee nelle raccolte, indicatrice della maggiore o minore attitudine degli utenti a indirizzare correttamente i rifiuti.Per la plastica, il dato medio di frazioni estranee si attesta attorno al 22%, influenzato dall’errato conferimento in molti casi della plastica dura da smaltire nel secco residuo, mentre per quanto riguarda il cartone, per il quale si conferma il trend positivo, frazioni estranee sono presenti in misura inferiore allo 0,5%. Anche l’organico ha beneficiato del passaggio al sistema “porta a porta”, raggiungendo il minimo di scarti del 6,8% rilevato nel mese di giugno 2021: questo dato però non si è ancora assestato e può essere soggetto a oscillazioni.
“La scelta di estendere la raccolta porta a porta a marine e case sparse è stata quella giusta. Non lo diciamo noi – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – ma i dati che abbiamo raccolto nella prima fase di avvio e che ci aspettiamo migliorino ulteriormente in questa seconda estate, nonostante i rallentamenti dovuti all’emergenza pandemica. Numeri che parlano chiaro e che confermano la bontà di quella decisione, grazie alla quale oggi superiamo quota 65% di raccolta differenziata che ci permette di pagare meno l’ecotassa regionale. Inoltre, l’Ufficio Tributi ha registrato un altro effetto positivo dell’estensione della raccolta porta a porta nelle marine: un incremento delle iscrizioni alla banca dati della Tari. Aumentano i contribuenti e migliora la raccolta differenziata: siamo sulla strada giusta”.
“La risposta all’introduzione della raccolta porta a porta da parte dell’utenza delle marine – sottolinea l’assessora all’Ambiente Angela Valli – è stata buona e ha permesso l’eliminazione di 158 punti di conferimento, vale a dire i classici cassonetti, che, però, nella realtà, si configuravano come punti di abbandono, utilizzati anche da persone provenienti da fuori Lecce per smaltire le più svariate tipologie di materiali. Un fenomeno che con l’introduzione del sistema “porta a porta” è decisamento diminuito portando a un risparmio dei costi di rimozione a carico dell’Amministrazione. Sullo spazzamento, la differenza non sta solo nel metodo: è aumentata la quantità di strade spazzate, soprattutto quelle di nuova realizzazione. I dati, ormai consolidati, dimostrano che questa metodologia consente di rimuovere mensilmente dalla sede stradale una quantità di rifiuti pari a circa 180 ton./mese contro le 100 della metodologia adottata inizialmente”.