Anche Lecce deve diventare una “Città 30“. Questo l’obiettivo lanciato da trentatré associazioni del capoluogo salentino, attraverso una petizione popolare che chiede all’amministrazione comunale di imporre il limite dei 30 km/h in città entro il 2026. La campagna per la raccolta firme, promossa dal movimento di cittadinanza attiva LeccePedala, si apre lunedì 26 febbraio alle 17 presso l’ex Convitto Palmieri. L’iniziativa, in collaborazione con il Polo Biblio-museale di Lecce, nasce nel solco dell’esperienza di 30logna, all’interno del network Italia30 cui aderiscono movimenti e associazioni di una decina di capoluoghi.
“Bologna, Carpi, Pesaro, Firenze, Modena, Torino, Ferrara… E adesso finalmente anche il Sud! Siamo contentissimi che alla rete di Italia30 si aggiunga un altro nodo – dice Alessandro Marchi, tra i fondatori di 30logna e responsabile dell’ampliamento della rete – Bisogna restituire ai cittadini quegli spazi che nel corso del Novecento sono stati sottratti alla collettività per diventare solo zone di transito automobilistico o di parcheggio, anziché luoghi di vita. L’obiettivo di Lecce30 è riqualificare l’ambiente urbano, restituendo spazio pubblico alle persone per migliorare la sicurezza e la socialità. A Bologna l’avvio era stato preannunciato come un disastro e invece le fake news sono state smentite dalla realtà quotidiana: meno di 2 multe al giorno, le ambulanze non riscontrano ritardi, moto e motorini non cadono per mancanza di inerzia e i primissimi – acerbi – dati raccontano di un calo dell’incidentalità e della gravità degli scontri“.
Nel Comune di Lecce, dal 2014 al 2023 nell’intero territorio comunale si sono registrati 40 morti e 4.158 feriti in 4.198 incidenti stradali. La media di 4 morti e 416 feriti all’anno è sottostimata perché sono inclusi gli anni di lockdown. Tra il 2014 e il 2023 nel territorio comunale sono stati coinvolti negli incidenti 748 pedoni (8 morti e 696 feriti) e 454 ciclisti (3 morti e 411 feriti) ⁷.
“Sempre più sono le cittadine e i cittadini che chiedono strade più sicure, luoghi di scambio culturale, spazi verdi e ambienti meno inquinati” – continua Marchi – “la Città 30 incarna la città delle persone, rappresentando molto di più di una semplice limitazione della velocità. E come tale dev’essere implementata dalle amministrazioni che scelgono questa via. Purtroppo stiamo vedendo come la speculazione politica pre-elettorale del Ministro dei Trasporti stia creando rallentamenti e confusione – oltre a prefiguare spese e tempistiche elevate per i Comuni. Davvero non c’era bisogno di una speculazione simili sulla pelle dei cittadini.”