Secondo le misure attuali e pianificate, gli Stati membri dell’UE prevedono che le emissioni ETS (quelle previste dal sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell’UE) continueranno a diminuire nei prossimi decenni, anche se a un ritmo più lento. A dirlo è l’ultimo briefing annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) dal titolo “Tendenze e proiezioni nell’ETS dell’UE” pubblicato in questo giorni. In base alle tendenze recenti, le emissioni di gas serra da installazioni fisse registrate nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell’UE sono diminuite di poco più dell’11% tra il 2019 e il 2020.
Sulla base delle proiezioni presentate dagli Stati membri all’EEA, le emissioni ETS dovrebbero diminuire tra il 41% e il 48% entro il 2030 e tra il 55% e il 62% entro il 2040, rispetto al 2005. Si prevede che la maggior parte di questa diminuzione si verificheranno nel settore energetico e rappresentano di fatto un rallentamento rispetto allo storico delle riduzioni. Le riduzioni previste potrebbero diventare più pronunciate con l’attuazione del pacchetto “Fit for 55” e se gli Stati membri includeranno misure più ambiziose nelle loro proiezioni.
Per quanto riguarda le ultime tendenze, nel 2020 si è registrato il più grande calo annuale delle emissioni dall’inizio dell’ETS nel 2005. Sebbene negli ultimi anni sia stata osservata una tendenza al ribasso delle emissioni ETS, compreso un notevole calo del 9% tra il 2018 e il 2019, diminuzioni della domanda di energia e l’attività industriale nel primo anno della pandemia di Covid-19 ha determinato ulteriori e sostanziali riduzioni.
I principali dati del rapporto dell’EEA
Le emissioni di gas a effetto serra da installazioni fisse nell’ETS dell’UE sono diminuite da 1.530 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (MtCO2e) nel 2019 a 1.355 MtCO2e nel 2020, con una riduzione dell’11,4%. Questo rappresenta il più grande calo delle emissioni da quando l’ETS è entrato in funzione nel 2005. È paragonabile solo alla diminuzione osservata nel 2009 al culmine della crisi finanziaria. Questa diminuzione delle emissioni si aggiunge alla notevole riduzione del 9% avvenuta tra il 2018 e il 2019.
Le emissioni di ETS degli operatori aerei sono crollate del 63%, poiché il trasporto aereo è quasi interrotto durante la pandemia.
Il numero di quote disponibili ha superato le emissioni annuali per la prima volta dal 2013, principalmente a causa della bassa domanda. I prezzi della CO2 sono diminuiti drasticamente a marzo 2020, ma si sono ripresi entro la fine del 2021.
Secondo le proiezioni degli Stati membri, le emissioni ETS dovrebbero diminuire tra il 41% e il 48% entro il 2030 e tra il 55% e il 62% entro il 2040, rispetto al 2005.
L’ETS dell’UE è un sistema cap-and-trade, che copre circa il 36% delle emissioni totali di gas serra dell’UE. Stabilisce un limite alle emissioni di attività ad alta intensità di emissioni come la produzione di elettricità e calore, la produzione di cemento, la produzione di ferro e acciaio, la raffinazione del petrolio e altre attività industriali e l’aviazione all’interno dello Spazio economico europeo. All’interno di questo budget per le emissioni, le aziende possono ridurre le proprie emissioni e scambiare quote per ottenere riduzioni delle emissioni di gas serra al minor costo.