Il ruolo del nord e del sud del mondo nell’affrontare le migrazioni indotte dal clima e il ruolo dei giovani nel processo decisione. Sono stati questi due i temi chiave discussi durante “Dialogo intergenerazionale tra continenti sulle migrazioni indotte dal clima nel quadro dell’adattamento”, l’evento promosso alla COP27 che ha visto – tra gli altri – protagoniste 5 giovani attiviste di #ClimateOfChange, la campagna guidata da WeWorld – organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 27 paesi del Mondo compresa l’Italia – nata con l’obiettivo di sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini e cittadine dell’UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni.
Un dialogo tra giovani europei, africani e latino-americani e decisori politici sui partenariati per l’adattamento al clima e sulle sfide migratorie indotte dal clima, con particolare attenzione alle disparità regionali e all’ingiustizia ambientale legate al cambiamento climatico. È qui che le giovani Kamila, Ema, Paloma, Fanni e Penny – provenienti da Polonia, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Grecia – hanno portato le oltre 100 mila firme raccolte in tutta Europa con cui i giovani chiedono politiche più ambiziose.
“Siamo qui per portare la voce dei giovani che vogliono giustizia climatica globale – hanno dichiarato le portavoce della campagna a COP 27 – Siamo orgogliose di essere qui in rappresentanza di migliaia di giovani, per portare all’attenzione dei decisori politici il tema finalmente inserito in agenda delle riparazioni riconoscendo le responsabilità del nostro continente, composto da paesi ricchi e industrializzati, maggiormente responsabili del riscaldamento globale. Vogliamo di più dall’Europa e dai suoi rappresentanti”.
La petizione è andata oltre le aspettative: oltre 100 mila le firme raggiunte in tutta Europa. Un risultato straordinario di adesioni che in Italia ha visto la partecipazione di 40 mila persone con l’obiettivo di chiedere un futuro improntato ad una giusta transizione verso la giustizia climatica e sociale. “Le 100mila firme raccolte con la petizione in questi mesi in tutta Europa dimostrano quanto sia urgente parlare dell’impatto del cambiamento climatico. È un’urgenza che incalza e il numero delle firme dimostra che sempre più persone vogliono poter incidere e far sapere ai propri rappresentanti che direzione deve essere presa – spiega Margherita Romanelli, Coordinatrice Policy & Advocacy Internazionale WeWorld – Siamo molto soddisfatti di poter dar voce e costruire spazi di protagonismo a giovani interessati alla giustizia climatica, attivando una rete di scambio a livello europeo. Le ragazze, che sono le più attente e attive sulle questioni ambientali come è emerso da una nostra indagine condotta con IPSOS, hanno avuto l’occasione per agire il cambiamento. La loro partecipazione alla COP27 è solo il primo passo per renderle protagoniste di un vero clima di cambiamento ed iniziare a parlare di giustizia sociale e climatica”.
Le portavoce di #ClimateofChange non sono state protagoniste solo della giornata di oggi: per prepararsi all’incontro, nei mesi precedenti, hanno partecipato ad una serie di debate a livello locale ed europeo – dibattiti educativi sui temi del clima, basati sul confronto di opinioni tra tesi pro e contro – e poi sono state in viaggio in Kenya, sui progetti di WeWorld e non solo, per vedere dal vivo l’impatto del cambiamento climatico sulle comunità locali.
Le richieste della petizione
- Mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C raggiungendo la neutralità climatica dell’UE entro il 2040, accelerando il processo di transizione verso l’uso di energie pulite e rinnovabili e bloccando il finanziamento ai combustibili fossili;
- Passare a un’economia del benessere socialmente ed ecologicamente giusta, che abbracci altri indicatori oltre il PIL, anteponendo gli interessi della società e della natura a quelli delle imprese;
- Proteggere i migranti climatici con politiche basate sui diritti umani e fornire alle comunità più vulnerabili supporto tecnico e finanziario;
- Permettere la partecipazione dei giovani per integrare una visione dal basso nel processo decisionale politico, creando Consigli di Giovani nell’UE e negli Stati membri. In questo mondo così interconnesso abbiamo il potere di essere parte del cambiamento.