Quella della sera del 16 maggio 2024 a Milano è stata veramente una straordinaria – e per molti aspetti finora unica manifestazione di volontariato ambientalista. Promosso dalla associazione spontanea Sai che Puoi il progetto di mappatura della sosta selvaggia a Milano si è dato il nome di “Progetto Via libera”. E’ stato preparato con cura e con anticipo e gli aspetti straordinari sono stati : 1) il metodo 2) la partecipazione e 3) i risultati.
Il metodo è stato molto tecnologico. In partica è stata preparato un software apposito, una app apposita. La città è stata divisa in tante microzone, affidate a due tre volontari, in rari casi a uno solo, ma spesso con doppio passaggio di verifica. Si sono fatte prove preliminari, è stata allestita una sala operativa, si sono raccolti i risultati in tempo reale, man mano che la mappatura veniva completata. Quasi tutto il lavoro è stato fatto in bicicletta.
Dicevamo dei partecipanti. Si calcola che tra le 18 e le 22 siano stati in pista oltre duemila volontari, superando le migliori previsioni del comitato organizzatore. L’unico forse paragone possibile, in termini di volontariato esercitato contemporaneamente in una città, è con i momenti migliori di Puliamo il Mondo. Alla fine Sai che Puoi dichiara che tutte le strade di Milano sono state controllate quella sera.
E veniamo ai risultati. Le auto in sosta vietata in quell’arco orario sono state 64 mila, di cui 11 mila su aiuole ed aree verdi, 15 mila su marciapiede, e 37 mila su carreggiata, tra auto in doppia fila, agli incroci, davanti a passi carrai. Rimane solo da capire se la distribuzione oraria in quell’arco di tempo incide. In altre parole, non so se nella comunicazione analitica che ancora (22 maggio) non abbiamo, si potrà distinguere tra auto in sosta vietata attribuibili ai residenti e numero di auto in sosta vietata attribuibili invece ai pendolari.
Che conclusioni trarre da questo numero impressionante?
Ho sentito un dibattito a Radio Popolare con telefonate contrapposte tra chi vuole limitare le auto e chi le ritiene indispensabili. Un ascoltatore arrivava a sostenere che tante auto in sosta vietata significano che occorrono ancora spazi riservati al parcheggio di quelli che ci sono adesso. Mi sono chiesto se si potrebbe proporre di mettere in sosta autorizzata a pagamento una parte dei posti attualmente occupati dalla sosta selvaggia. Ma non credo proprio. E’ difficile trovare posti in cui il divieto di sosta sia ingiustificato. O vogliamo legalizzare la doppia fila?
Nelle intenzioni del progetto Via Libera si tratta innanzitutto, e molto semplicemente, di far rispettare le regole e riacquistare così spazi pubblici. Aggiungo che forse una intensificazione dei controlli e delle multe porterebbe anche qualche giovamento alle casse comunali. Resta comunque la domanda: ci sono almeno 64 mila auto di troppo? In quel dibattito i sostenitori dell’automobile dicevano che il servizio di trasporto pubblico è insufficiente. Ma questo lo posso capire (in parte) come argomento di autodifesa dell’automobilista pendolare. Non mi pare giustificato per i residenti, i quali possono usufruire di un servizio di trasporto pubblico rispettabile, e che andrebbe ancora meglio se godesse di più corsie riservate.
Come sempre, al fondo c’è un problema di risorse: se decine di migliaia di automobilisti possono attraverso la sosta selvaggia evitare di pagare il parcheggio, beh, la concorrenza con l’abbonamento al trasporto pubblico diventa una concorrenza sleale.