L’11 maggio il Senato ha approvato in via definitiva la cosiddetta “Legge Salvamare”, presentata nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. In prima istanza il provvedimento permette ai pescatori che recuperano plastica in mare di portarla in porto, dove le autorità devono riceverla e conferirla in apposite isole ecologiche perché poi venga avviata a riciclo.
In seconda battuta la legge prevede anche campagne di sensibilizzazione e informazione sul mare, la plastica e l’economia circolare, ma soprattutto introduce l’obbligo di raccolta differenziata e di Educazione Ambientale in tutte le scuole italiane. Prima era possibile, ma non obbligatorio. Nel 2015 l’allora Ministero dell’Ambiente (oggi Transizione Ecologica) e il MIUR avevano emanato delle nuove linee guida in materia; un anno dopo era poi stato firmato un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole (nel quadro del PON 2014-2020). Grazie alla legge Salvamare adesso questi accordi trovano nuova forza per concretizzarsi.
Le indicazioni sono contenute nell’articolo 8 del provvedimento, che recita così:
Art. 8. (Educazione ambientale nelle scuole per la salvaguardia dell’ambiente)
Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca promuove, nelle scuole di ogni ordine e grado, la realizzazione di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne, nonché delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti, coordinando tali attività con le misure e le iniziative previste, con riferimento alle tematiche ambientali, nell’ambito della legge 20 agosto 2019, n. 92. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca tiene conto delle attività previste dal presente articolo nella definizione delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica di cui all’articolo 3, comma 1, della citata legge n. 92 del 2019. Nelle scuole sono inoltre promosse le corrette pratiche di conferimento dei rifiuti e sul recupero e riuso dei beni e dei prodotti a fine ciclo, anche con riferimento alla riduzione dell’utilizzo della plastica, e sui sistemi di riutilizzo disponibili.