La genesi e la caduta dei floppy disk, una tecnologia ormai obsoleta

La tecnologia ha avuto un impatto significativo su molti settori, compreso quello dell’intrattenimento digitale. Nel contesto del web, si osserva una varietà di piattaforme, tra cui le slot dei casino online autorizzati, che prevedono un tipo di intrattenimento completamente regolamentato. Tali servizi forniscono versioni digitali di giochi tradizionali, assicurando che le attività di gioco si svolgano in un ambiente sicuro e controllato. Parallelamente, i servizi di streaming hanno trasformato il modo in cui accediamo a film e serie TV, con cataloghi che vengono aggiornati regolarmente per fornire un’ampia scelta di contenuti on-demand. In entrambi i casi, l’hardware e le periferiche giocano un ruolo fondamentale, garantendo che i software operino efficacemente e che vi sia sufficiente capacità di memoria per supportare l’esperienza utente. Non solo, un altro esempio molto importante è sicuramente quello dei floppy disk, il cui viaggio nel mondo della tecnologia è stato contrassegnato da alti e bassi, fino a una sostanziale obsolescenza.

La storia dei floppy disk

Il viaggio nella tecnologia dei floppy disk inizia addirittura negli anni ’60, periodo nel quale IBM iniziò a pensare di progettare una soluzione economica e al tempo stesso affidabile per caricare microcodici all’interno del loro mainframe. Tale sforzo produttivo concepì il primo prototipo di floppy fisk nel 1971, questo grazie al lavoro presso il laboratorio IBM di San Jose. Tale disco era composto da un sottile strato di materiale magnetico, rivestito a sua volta su un disco flessibile di Mylar racchiuso in una custodia per proteggerlo dalla polvere, così come da potenziali danni fisici.

Nel decennio successivo arrivarono nuovi formati di floppy disk, anche se essi – sebbene particolarmente innovativi per l’epoca – finirono per risultare troppo grandi e costosi per svariati utilizzi. Di conseguenza, vennero sviluppati formati più piccoli ma, contemporaneamente, più compatto e anche maggiormente convenienti. Questi nuovi floppy disk rappresentarono uno standard per quanto concerne i primi PC e potevano contenere tra i 90 e i 113 kilobyte di dati, per poi ampliare la loro capienza a 1,2 megabyte.

Negli anni ’80 il floppy disk era ormai una tecnologia rinomata e utilizzatissima. Fecero la loro comparsa nuovi modelli che offrivano una capacità di archiviazione superiore, fino a 1,44 megabyte. A livello strutturale, peraltro, possedevano una custodia rigida che proteggeva in maniera ancora più performante il disco interno. I floppy disk divennero sempre più diffusi, specialmente con l’introduzione nel 1981 del’IBM PC, che ne facilitava e suggeriva l’utilizzo.

Di conseguenza, i floppy disk proprio in quel periodo rivoluzionarono letteralmente il modo in cui venivano distribuiti e utilizzati i software. Prima della loro introduzione, infatti, spesso i proprietari dei PC scrivevano da soli i loro codici e le loro applicazioni. Invece, grazie ai floppy disk, le aziende potevano distribuire software preconfezionati rendendo più semplice ogni accesso a tutti i programmi.

La fase calante

Purtroppo, però, negli anni ’90 i floppy disk cominciarono a incontrare difficoltà per via della nascita di nuove dimensioni di software e, soprattutto, dell’avvento di nuove tecnologie come i CD-ROM, che divennero famosissimi oltre che particolarmente usati. Di conseguenza, i floppy disk cominciarono a perdere pesantemente terreno sul mercato informatico e della tecnologia in generale. Con l’avvento di nuove tecnologie anche superiori ai CD-ROM, come per esempio le chiavette USB, i floppy disk finirono per scomparire quasi del tutto.

Al termine degli anni 2000, i floppy disk erano dunque ormai obsoleti. La loro capacità limitata e la vulnerabilità rispetto a potenziali danni fisici, oltre che la lentezza in relazione alle nuove tecnologie li resero particolarmente inadatti alle esigenze della moderna tecnologia. Nonostante la loro sostanziale sparizione, i floppy disk possono essere considerati come protagonisti di un capitolo fondamentale nella storia dell’archiviazione dati. Sono ormai strumenti quasi nostalgici ma, di fatto, hanno posto le basi per le avanzate soluzioni di archiviazione che siamo in grado di utilizzare in maniera costante e quotidiana.