Si è svolta il 29 marzo a Strasburgo, in Francia, la prima audizione pubblica mai tenuta dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (CEDU) in relazione a una causa climatica. A dare avvio al procedimento è stato il ricorso presentato dall’associazione elvetica Senior Women for Climate Protection Switzerland (Anziane per il clima Svizzera) e da altri singoli querelanti, supportati da Greenpeace Svizzera. Lo rende noto la stessa associazione ambientalista.
Le ricorrenti chiedono alla Corte di obbligare la Svizzera a intervenire a tutela dei loro diritti umani, e di adottare i provvedimenti legislativi e amministrativi necessari per contribuire a scongiurare un aumento della temperatura media globale oltre 1,5°C, applicando obiettivi concreti di riduzione delle emissioni.
Il caso (Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland, Application no. 53600/20), spiega Greenpeace, costituirà un precedente per tutti i 46 Stati del Consiglio d’Europa e deciderà se e in che misura un Paese come la Svizzera debba ridurre le proprie emissioni di gas serra in modo più rigoroso per tutelare i diritti umani. Le oltre duemila persone che afferiscono all’associazione Senior Women for Climate Protection Switzerland si erano rivolte alla CEDU nel 2020 perché la loro salute e la loro vita sono minacciate dalle ondate di calore alimentate dai cambiamenti climatici. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato priorità al caso, esaminato dalla Grande Camera con 17 giudici. Nell’ambito di questo procedimento, come terza parte anche l’Italia tramite l’Avvocatura generale dello Stato ha presentato una propria memoria, per supportare la posizione della Svizzera.
“Le donne anziane sono estremamente vulnerabili agli effetti del caldo estremo. Esistono prove sostanziali che dimostrano come esse corrano un rischio significativo di morte e di cattiva salute a causa di questo fattore. Di conseguenza, i danni e i rischi causati dal cambiamento climatico sono sufficienti a coinvolgere gli obblighi positivi dello Stato di proteggere il loro diritto alla vita, alla salute e al benessere, come garantito dagli articoli 2 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”, dichiara Cordelia Bähr, avvocato delle Anziane per il clima Svizzera.
La denuncia delle Senior Women for Climate Protection Switzerland è una delle tre cause sui cambiamenti climatici attualmente pendenti davanti alla Grande Camera della CEDU. Le altre due riguardano rispettivamente la vicenda (Carême contro Francia, caso n. 7189/21) di un residente, nonché ex sindaco, del paese transalpino Grande-Synthe, il quale sostiene che la Francia ha adottato misure insufficienti per prevenire il cambiamento climatico, e il caso di un gruppo di giovani portoghesi (Duarte Agostinho e altri c. Portogallo e altri, caso n. 39371/20) in merito agli effetti climalteranti delle emissioni a effetto serra di 32 stati membri dell’Unione.
Sulla base di questi tre casi, si prevede che la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo definisca se e in che misura gli Stati violino i diritti umani non riuscendo a mitigare gli impatti della crisi climatica. Ciò avrà conseguenze di vasta portata. La sentenza, attesa non prima della fine del 2023, costituirà infatti un precedente vincolante per tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa.