La Commissione ecomafia approfondirà sull’inceneritore di Roma, le associazioni: “Inviata documentazione”

La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie avvia un’indagine sugli impianti di termovalorizzazione in Italia ed Europa, con un focus sull’inceneritore di Santa Palomba. Marco Alteri, presidente della Commissione Ambiente di Albano Laziale e referente della Rete Tutela Roma Sud, ha inviato una documentazione alla Commissione dove evidenzia criticità sulla gestione delle risorse idriche, tra cui l’assenza dell’area di salvaguardia per il campo pozzi Laurentino e la crisi idrica della zona. Nella documentazione inviata, emergono inoltre anomalie nell’acquisto di un terreno da parte di AMA e le problematiche ambientali legate alla discarica di Roncigliano, che resta priva di bonifica

Credit foto: Rete Tutela Roma Sud

Lo scorso 19 dicembre, durante la plenaria della Commissione parlamentare d’inchiesta ecomafia sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, tra le altre cose, il presidente Jacopo Morrone ha comunicato che l’ufficio di presidenza e i rappresentanti dei gruppi hanno convenuto avviare un approfondimento relativo: “Alle evidenze critiche e virtuose degli impianti di termovalorizzazione presenti in Italia e in Europa, con un focus sull’impianto in via di realizzazione presso Santa Palomba, e con ulteriori approfondimenti, anche con finalità di confronto, sugli impianti di Bolzano e Acerra, nonché sull’impianto di Amsterdam”.

Intercettato da Eco dalle Città, il referente di Rete Tutela Roma Sud e presidente della Commissione Ambiente di Albano Laziale, Marco Alteri, ha fatto sapere che l’approfondimento annunciato dalla Commissione è: “Senz’altro positivo soprattutto dopo i gravi punti emersi dall’inchiesta di Report“.

“Mi riferisco – continua Alteri – alla tutela dell’Acqua e all’ancora assente istituzione di area di salvaguardia del campo pozzi “Laurentino” da parte della Regione Lazio. In più, per quanto nel progetto dell’inceneritore si parla di utilizzo di acque riciclate, non si può non evidenziare come la zona riscontri una risorsa idrica scarna”.

Tuttavia – spiega Alteri – è importante che la Commissione lavori su dati completi e veritieri e non solo quelli forniti da AMA e dall’Amministrazione capitolina. Per questo ho scritto alla Commissione, allegando la nostra documentazione“.

In sintesi, la documentazione inviata alla Commissione ecomafia riguarda le problematiche legate alla compravendita del terreno e ad aspetti amministrativi e ambientali di rilievo. Si evidenzia che il terreno in questione, fino al maggio 2022, era stato messo in vendita a un prezzo di poco superiore ai quattro milioni di euro, come riportato da un annuncio immobiliare e da una perizia redatta dall’architetto Daniele Impallara. Tuttavia, successivamente, il terreno è stato acquistato dalla municipalizzata AMA per una cifra considerevolmente più alta, pari a circa 7,5 milioni di euro, con l’aggiunta di una provvigione pagata a un intermediario.

Oltre a questo, viene sottolineata la presenza di manufatti abusivi sul terreno, i quali, in assenza di interventi di ripristino, avrebbero potuto essere acquisiti gratuitamente dal Comune di Roma. Questo aspetto, benché rilevante, è stato completamente ignorato nella perizia commissionata da AMA. Parallelamente, emerge il problema del fosso della Cancelliera, il cui alveo è stato modificato abusivamente, come dimostrato da analisi basate su foto aeree. La gestione di tali corsi d’acqua rientra nella competenza regionale e non può essere delegata ad altre autorità, nemmeno al Commissario Straordinario per il Giubileo.

Un altro elemento critico indicato nella documentazione inviata alla Commissione riguarda la modifica delle mappe delle aree idonee avvenuta nel novembre 2022, resa possibile dalla mancata approvazione della perimetrazione dell’Area di Salvaguardia del campo pozzi “Laurentino”. Tale omissione, addebitabile agli uffici competenti della Regione Lazio, ha favorito l’acquisto del terreno, aggravando la situazione e sollevando dubbi su un potenziale conflitto di interessi tra le società ACEA ATO2 e ACEA Ambiente.

Inoltre, viene richiamata l’attenzione sulla richiesta del Comune di Albano Laziale di istituire un’area ad alto rischio ambientale presso la discarica di Roncigliano. Tale richiesta, avanzata con una specifica delibera, mira a dichiarare l’inidoneità del sito per nuovi impianti fino alla completa bonifica dell’area, ma non ha ricevuto riscontri adeguati dalla Regione Lazio, nonostante ripetuti solleciti.