Il settore edilizio gioca un ruolo cruciale nell’affrontare l’emergenza climatica. Gli edifici sono, in tutta Europa, la principale fonte di consumo energetico, pari al 40% di tutta l’energia consumata. I tre quarti di questa energia, infatti, provengono dall’uso diretto di combustibili fossili, causando il 36% delle emissioni di gas serra dell’intero comparto. Lo sottolineano Kyoto Club e Legambiente, in occasione dell’uscita di un position paper che riguarda la direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD), attualmente in fase di revisione.
Le associazioni spiegano che “le emissioni derivanti dagli edifici si dividono in due categorie: ci sono le cosiddette emissioni operative, che hanno a che fare con l’energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare; ci sono poi le cosiddette emissioni ‘embodied’ o incorporate, cioè quelle legate ai materiali e ai processi di costruzione durante l’intero ciclo di vita dell’edificio”.
E aggiungono che “per raggiungere i target dell’Unione Europea in materia di cambiamenti climatici previsti dal Green Deal, è necessario rafforzare le misure, europee e nazionali, che affrontino l’impatto del Whole Life Carbon (WLC), sia operativo che incorporato, degli edifici”.
“I negoziati in corso sulla revisione della direttiva sugli edifici (EPBD, Energy Performance of Buildings Directive), che dovrebbero concludersi entro il 2023″, secondo le associazioni,sono quindi “un’opportunità unica per ampliare il discorso sulla decarbonizzazione del comparto edilizio. È auspicabile che il nuovo provvedimento abbia tra i suoi principali obiettivi: stabilire un quadro legislativo attuabile ed efficace a livello europeo, accelerare l’aumento del tasso di ristrutturazione profonda e di decarbonizzazione del riscaldamento e raffreddamento e affrontare il tema della riduzione delle emissioni di carbonio incorporate attraverso l’introduzione dell’approccio Whole Life Carbon”.
Il position paper contenente queste indicazioni è stato redatto nell’ambito del progetto Emissioni di carbonio incorporate nel settore delle costruzioni, che mira a informare e sensibilizzare sul tema delle emissioni di carbonio incorporate del settore edile italiano. Tra le principali proposte di Kyoto Club e Legambiente: il sostegno, da parte del Governo italiano, di una nuova proposta più ambiziosa di revisione della direttiva “Case verdi” durante le prossime consultazioni e il varo di una normativa nazionale per la riduzione delle emissioni di carbonio incorporate; l’introduzione, all’interno della direttiva, di una metodologia che tenga conto dell’intero ciclo di vita degli edifici e di uno strumento per rendicontare le emissioni a livello comunitario, l’istituzione di percorsi formativi per professionisti, cantieri a rifiuti zero entro il 2040 e il raggiungimento di un settore edilizio a emissioni zero entro il 2050.
“Le emissioni incorporate di carbonio contribuiscono al 10-20% dell’impronta di carbonio totale degli edifici dell’UE e si prevede che aumenteranno man mano che i paesi sviluppati ristruttureranno il loro vecchio patrimonio edilizio e che le regioni in via di sviluppo costruiranno intensamente per ospitare popolazioni in rapida crescita. I dati del Green Building Council parlano di come oltre il 50% delle emissioni totali di carbonio di tutte le nuove costruzioni globali tra il 2020 e il 2050 saranno dovute ai materiali e alla fase di costruzione degli edifici. I negoziati in corso sulla direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) rappresentano un’opportunità unica per ampliare il discorso sulla decarbonizzazione del costruito, includere l’intera gamma di emissioni e creare un quadro legislativo attuabile ed efficace. Chiediamo quindi al Governo e al Parlamento italiani di sostenere una proposta più ambiziosa di revisione della direttiva Case Verdi durante le prossime consultazioni e, come già avvenuto in altri Paesi europei, di approvare e varare una normativa nazionale che introduca un approccio e una metodologia di calcolo e valutazione delle emissioni incorporate. Auspichiamo inoltre che l’Unione europea inserisca nel testo uno strumento standardizzato, armonizzato e trasparente per misurare le emissioni durante l’intero ciclo di vita degli edifici, al fine di orientare le decisioni progettuali degli Stati membri verso l’ottica della sostenibilità”. Lo dichiarano Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente onlus e Giacomo Pellini, responsabile comunicazione di Kyoto Club.