Se vogliamo raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e affrancarci dalla dipendenza energetica dobbiamo intervenire nel settore del riscaldamento, responsabile del 18% delle emissioni di CO2 in Italia, è questo quanto sotengono Kyoto Club e Legambiente.
Le due associazioni sottolineano come un intervento profondo e diffuso per migliorare l’uso dell’energia a questo livello potrebbe dare una mano all’Italia nella strada verso l’indipendenza dal gas, obiettivo divenuto ancora più urgente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica, che ha esposto ancor di più le economie europee ai ricatti dovuti alla subalternità energetica ai combustibili fossili.
Riparte anche nel 2023 la campagna di Kyoto Club e Legambiente “Per la decarbonizzazione, efficienza energetica e riscaldamento negli edifici in Italia” che punta a sensibilizzare cittadini e decisori politici, sottolineando la necessità di fermare la diffusione di impianti di riscaldamento da fonti fossili in Italia.
“Continua la nostra campagna di informazione e advocacy per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento del nostro Paese – affermano Katiuscia Eroe, Responsabile energia di Legambiente e Sergio Andreis, Direttore di Kyoto Club. In vista del rifinanziamento del Superbonus 110%, il cui incentivo verrà probabimente ridotto, chiediamo che già nella Legge di Bilancio vengano esclusi dalle agevolazioni economiche, come richiesto dalla IEA nel rapporto del maggio 2021 Net by Zero, gli impianti di riscaldamento a combustibili fossili e che si preveda un incentivo diretto per le aziende che producono sistemi di riscaldamento ‘decarbonizzati’. Su questo tema l’Unione europea è in fermento: la Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo chiede lo stop, a partire dal 1° gennaio 2024, degli incentivi finanziari per l’installazione di caldaie non certificate per funzionare con energia rinnovabile e decarbonizzata[1]. Un’ottima proposta, che auspichiamo venga approvate prima in plenaria, e poi nel trilogo previsto per il primo trimestre del 2023. L’Unione europea si sta mobilitando per rivoluzionare il settore: speriamo che anche Governo e Parlamento italiani sposino al più presto questa linea progressiva e innovativa delle Istituzioni europee”.
[1] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/ENVI-AD-731545_EN.pdf