La Direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia (EPBD – Energy Performance of Building Directive), che intende fornire uno strumento utile all’edilizia sostenibile ed efficiente, ha ottenuto un primo sì dal Parlamento Europeo lo scorso 9 febbraio – nello specifico dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE).
Kyoto Club e Daikin Air Conditioning Italy S.p.A accolgono con favore il lavoro che il Parlamento sta svolgendo per guidare la decarbonizzazione del settore degli edifici e auspicano che la posizione della Commissione ITRE sia confermata dall’Aula in occasione del voto in plenaria del 13-16 marzo.
“Adottando la proposta di direttiva ci sarebbero considerevoli vantaggi per il nostro paese – scrivono -; innanzitutto diventeremmo meno dipendenti dai combustibili fossili, per lo più acquistati e importati da paesi dal fragile equilibrio politico-sociale (in Italia si consumano oltre 32 miliardi di m3 di gas per riscaldare le nostre abitazioni). Ci sarebbe poi un innegabile vantaggio per le imprese italiane del settore della climatizzazione: con un piano ben definito e di lungo termine, esse potranno investire con maggior fiducia in Ricerca, sviluppo e produzione di prodotti e dispositivi meno inquinanti e più efficienti, mantenendo così quella posizione di eccellenza a loro riconosciuta a livello mondiale. Non vanno infine dimenticate le famiglie: per quelle di oggi, arriverebbe un importante aiuto contro il caro bollette ed al contempo vedrebbero valorizzarsi il proprio patrimonio immobiliare (la casa è sempre più il principale bene di rifugio degli italiani); le famiglie di domani si alleggerirebbero invece di una parte dei tanti debiti ambientali che la nostra e le passate generazioni hanno accumulato”.
Inoltre “affrontare il problema dell’inefficienza del patrimonio edilizio dell’UE può anche essere uno stimolo positivo alla crescita: per ogni milione di euro investito nella ristrutturazione energetica degli edifici, vengono creati in media 18 posti di lavoro locali e a lungo termine. Recenti modelli economici dimostrano inoltre che il rinnovamento del parco edilizio europeo con misure di efficienza energetica come l’isolamento termico, l’allacciamento a efficienti sistemi di teleriscaldamento e raffreddamento efficienti e l’elettrificazione della fornitura di riscaldamento con pompe di calore contribuirà a creare 1,2 milioni di posti di lavoro netti in più e un aumento del PIL dell’1% entro il 2050″.
“Con questo articolo vogliamo dare una modesta risposta alla dilagante disinformazione che vediamo quotidianamente su programmi, giornali, riviste e social media”, dichiara Antonio Bongiorno, Marketing General Manager di Daikin Air Conditioning Italy – “ad esempio si dice che l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento tramite pompe di calore consegnerebbe questo business ai produttori extra-europei, quando in realtà l’industria delle pompe di calore e delle altre tecnologie rinnovabili può ormai definirsi a pieno diritto europea. Si dice poi che ci sarebbero 9 milioni di edifici non conformi e che per renderli tali si dovrebbero spendere decine di migliaia di euro solo per alzare di una classe la loro efficienza energetica; ma non si considerano tutte le possibili esclusioni e deroghe che la direttiva lascerà agli Stati Membri, né tanto meno il fatto che ci sono tante situazioni per le quali basterebbe sostituire il vecchio generatore di calore con uno di ultima generazione (pompa di calore o ibrido) per ottenere due salti di classe”.
Il Direttore di Kyoto Club, Sergio Andreis: “Il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo totale dell’energia e del 36% delle emissioni a effetto serra nell’UE. Nel 2020, circa 36 milioni di europei non sono stati in grado di mantenere le loro case al caldo a causa di redditi bassi, spese energetiche elevate e scarsa efficienza degli impianti e degli edifici. Numeri che potrebbero aumentare sensibilmente a causa della crisi energetica in atto. Accogliamo con favore l’approvazione, da parte della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) del Parlamento europeo, dell’ambiziosa revisione della direttiva EPBD, che, se approvata, avrà delle ricadute positive anche sul sistema economico e produttivo italiano e contribuirà a centrare gli obblighi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni climalteranti. Esortiamo pertanto l’Aula, e in particolare gli eurodeputati italiani, ad assumere una posizione saggia e a dare il proprio voto favorevole in occasione della sessione plenaria prevista per i prossimi 13-16 marzo”.