In occasione della Quinta Conferenza nazionale sull’economia circolare del Circular economy network del 16 maggio a Roma, Mattia Granata (Centro studi Legacoop), Simone Gamberini (Presidente Legacoop) e Marco Fray (Professore ordinario di Economia e gestione delle Imprese presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa) hanno presentato e commentato un nuovo Sondaggio sull’economia circolare in Italia firmato Area Studi Legacoop e Ipsos.
Sintetizzati dal Circular Economy Network, i risultati del sondaggio testimoniano come: “gli italiani sposano l’economia circolare e c’è fiducia e desiderio di riuso. Negli ultimi 3 anni un italiano su 2 (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato e uno su 3 (il 36% del campione) un prodotto ricondizionato o rigenerato. Quali sono le modalità preferite? Leasing (63%), noleggio (63%) e sharing (50%) vengono utilizzati soprattutto per auto e moto; l’acquisto dell’usato per abbigliamento e accessori (37%); l’usato rigenerato riguarda prodotti tech (66%); l’acquisto di prodotti nuovi con leggeri difetti è per gli elettrodomestici (39%)”.
Ma “per il 32% delle persone viviamo in una società poco abituata al riuso”, continua la sintesi. In particolare: “per il 28% le persone preferiscono avere sempre l’ultimo modello uscito del mercato. Questi i due principali limiti alla diffusione dei prodotti usati ricondizionati o rigenerati. L’acquisto di beni, prodotti e servizi è ritenuto più costoso ma anche quello più semplice da utilizzare, mentre lo sharing è considerato dal 34% delle persone intervistate quello che porta più vantaggi ambientali. Rispetto al nuovo, il prodotto usato rigenerato o ricondizionato è considerato meno duraturo dal 46% del campione, meno affidabile dal 36%, meno facile da trovare dal 31% delle persone coinvolte nel sondaggio. Nelle decisioni di acquisto, gli italiani sono attenti a considerare la durata del prodotto (87%). Il fatto che sia riparabile (83%), riciclabile (81%) e sono influenzati dalle recensioni di altri consumatori (il 79%). Tendono a fidarsi delle comunicazioni pubblicitarie sulla sostenibilità. Tra le iniziative per incentivare un approccio più circolare: riduzione dei prezzi (86%); incentivi economici sui prodotti usati/ricondizionati/rigenerati (84%); più informazioni sulla loro affidabilità (85%).
Per quanto riguarda, poi, le scelte dei giovani, la sintesi informa che: “leasing, noleggio e sharing sono utilizzati più della media (+ 10-11%) dalla fascia di popolazione di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Gli under 30, però sono i più scettici circa le proposte per incentivare un approccio più circolare alle scelte dell’acquisto. Hanno poca fiducia nella capacità di migliorare la governance del settore”.
In merito al packaging, invece, “per 8 italiani su 10 è importante ridurre gli imballaggi. Oltre 80% delle persone intervistate ritiene che ridurre il packaging sia importante. Inoltre, per l’84% degli italiani, è molto o abbastanza importante che l’imballaggio sia realizzato con materiale riciclabile. L’83% reputa molto o abbastanza importante che sia riutilizzabile più volte e realizzato con materiali riutilizzabili in maniera ecologica, consentendo una riduzione dei consumi di acqua, energia e altre risorse. La dicitura più credibile sugli imballaggi, per l’85% delle persone è ‘realizzato con materiale riciclato’, quella meno credibile (75% del campione) ‘riutilizzabile più volte, indipendentemente dal materiale con cui è realizzato’. La dicitura ‘realizzato con materiale riciclato, che garantisce la sicurezza del contatto con alimenti e bevande’ è molto o abbastanza credibile per 4 italiani su 5″.
Passando allo stile di vita e ai consumi, inoltre: “per 8 italiani su 10 (più precisamente per l’81% degli intervistati) nella società di oggi siamo troppo abituati a collegare il benessere alla quantità di nuovi acquisti, invece che alla maggiore cura dei beni che utilizziamo. Quali sono altri limiti al riuso? Le riparazioni non vengono effettuate perché sono troppo costose. Inoltre, si ritiene che prodotti tech ed elettrodomestici non siano fatti per essere riparati, mentre arredamento e bici/monopattini non vengono riparati perché mancano le professionalità. Auto e moto perché i tempi sono troppo lunghi. Se un prodotto non funziona più, gli italiani cercano di ripararlo. Ciò accade nel 50% dei casi per quanto riguarda le auto. In alternativa, valutano se possono farne a meno. Hanno risposto in questo modo il 20% degli intervistati per quanto riguarda l’abbigliamento e gli accessori. In merito ai prodotti tecnologici e ai grandi elettrodomestici non più funzionanti, il 14% delle persone cerca di sostituirli con un prodotto diverso ma che possa svolgere la stessa funzione. Quando un prodotto non è più funzionante né riparabile, viene smaltito come rifiuto differenziato da 7 italiani su 10 e un italiano su 2 cerca di riutilizzarlo”.
In merito all’economia del dono, poi: “quando un prodotto ancora funzionante non serve più, 6 italiani su 10 lo smaltiscono differenziandolo e ben 1 su 2 lo regala a qualcuno a cui potrebbe servire. Nell’ultimo anno, infine, 9 italiani su 10 hanno contribuito a dare una seconda vita ai prodotti usati, in particolare donando a parenti o amici (38%) o vendendo online i propri prodotti (30%). Il timore di essere truffati è però un elemento frenante sia nella vendita che nell’acquisto di beni usati: 29% e 40%, rispettivamente, degli intervistati ha espresso questa paura. Oltre a tale motivo, anche tempo e impegno richiesti sono considerati limiti alla vendita di prodotti usati (31%). La scarsa conoscenza del mercato e dei prezzi è un ulteriore disincentivo relativamente all’acquisto di prodotti usati per il 29% degli intervistati”.