“Credo che questa pronuncia debba essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo, considerando che la stessa Corte nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal 2018, per garantire nel più breve tempo possibile un ambiente più salubre a tutti i cittadini.” Così il Ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ha commentato la sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea per la violazione sistematica e continuata delle disposizioni sulla qualità dell’aria. In realtà la Corte più che riconoscere la bontà delle azioni intraprese ha sottolineato che i piani del nostro paese hanno una durata di realizzazione degli obiettivi relativi alla qualità dell’aria quantificabile in diversi anni, se non addirittura di due decenni dopo l’entrata in vigore dei valori limite.
Dal ministero inoltre ricordano che sul fronte dell’inquinamento atmosferico l’Italia vede al momento tre procedure di infrazione aperte: oltre quella relativa al superamento dei livelli di polveri sottili PM10, sono infatti da contare le due ulteriori relative al superamento dei livelli di ossidi di azoto, oggetto di ricorso presso la Corte di Giustizia UE, e polveri ultrasottili PM2,5, aperta la scorsa settimana. Il Ministro sottolinea comunque che il Governo negli ultimi due anni ha messo in campo diverse iniziative volte a ristabilire livelli di qualità dell’aria entro i limiti posti dalle direttive europee.
Alle parole di Costa fanno eco quelle di Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente della Camera: “È vero che con il nuovo Governo, grazie ad alcune scelte fondamentali tra cui l’ecobonus, il 110% e gli incentivi alla rottamazione, c’è stato un netto cambio di passo a sostegno della mobilità sostenibile. Ma è altrettanto vero che il ritardo accumulato in questi anni è davvero tanto perché l’implementazione di una mobilità ecologica attraverso l’utilizzo di mezzi meno inquinanti e di sistemi di riscaldamento meno impattanti, è stata insufficiente.”
“Oggi però – continua Rotta – abbiamo una occasione di vera svolta e penso che questa sentenza di condanna debba spingerci a raddoppiare gli sforzi per rendere davvero l’Italia la locomotiva della rivoluzione ecologica in tutta Europa. Perché questa grave decisione certifica l’urgenza di interventi per garantire il diritto alla salute violato dei cittadini. Dobbiamo cioè essere assolutamente consapevoli che anche dalla crisi prodotta dalla pandemia si potrà uscire solo attraverso una netta scelta green”.