“La filiera del gas ha assunto un’importanza strategica: sarà l’ultima fonte fossile che abbandoneremo, la meno inquinante, la cintura di sicurezza per le fonti rinnovabili, che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi più sfidanti che abbiamo di fronte. L’oro di oggi è il gas e tra questi il biometano, il nostro oro verde”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenendo il 25 gennaio alla prima assemblea annuale di Proxigas, l’associazione nazionale degli industriali gas. E già qui ci sarebbe da obiettare che continuare a promettere un futuro rinnovabile, mentre l’Italia si prepara ad essere inondata di metano, è un gioco ormai poco credibile. Ma è subito dopo che il discorso del ministro si fa paradossale.
“La dipendenza dall’estero – ha detto Pichetto – ci rende vulnerabili, è un freno allo sviluppo. Questo governo non ha scelto la sicurezza energetica come uno slogan, ma come visione prospettica: essere padroni del nostro destino e insieme creare un nuovo filone di sviluppo sostenibile, nostro e per le future generazioni”. Quindi? Via libera a nuovi accordi con Algeria ed Egitto, logico. Senza dimenticare il gas dall’Azerbaijan attraverso il TAP e le proposte, via Eni, di aumentare le importazioni di GNL da Cipro, Israele, Qatar, Usa, Nigeria, Mozambico, Angola, Congo. Insomma, visto che la dipendenza dal gas russo ha creato enormi problemi, perché non continuare a dipendere da tanti paesi insieme? Strategia ineccepibile. I ricatti sulle forniture, gli aumenti dei prezzi del metano fino a 15 volte in un anno, famiglie, finanze pubbliche, industria in ginocchio per il caro-energia, la devastazione climatica: tutto già dimenticato e riposto in soffitta.
“L’Africa – ha aggiunto Pichetto completando il quadro surrealista – potrà essere una grande area di produzione dell’idrogeno, così come è una sfida il biometano, su cui il PNRR ha l’obiettivo dei 2,3 miliardi di metri cubi al 2026: questa fonte può avere un’influenza notevole sul sistema italiano, a partire dall’’automotive’, perché sarebbe un modo di diversificare mantenendo importanti filiere produttive nelle quali abbiamo ‘know how’ di cui altri Paesi non dispongono”.
In conclusione del suo intervento, il titolare della Sicurezza Energetica ha ribadito l’impegno del governo per rendere l’Italia “hub” del Mediterraneo per la distribuzione di gas. “Questa filiera è oggi il principale motore energetico del Paese, da cui dipende lo sviluppo”. In Europa, dove in media i consumi di metano si sono ridotti del 12% mentre in Italia solo del 7%, stanno aspettando ansiosi.