Venerdì 8 marzo il COREPER– Comitato europeo dei rappresentanti degli Stati membri – si riunirà per decidere le sorti della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, su cui il 20 febbraio Parlamento, Commissione e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio.
L’associazione Medici per l’Ambiente (ISDE), dopo aver già inviato una lettera siglata anche dall’Associazione Italiana di Epidemiologia e dall’Associazione Cittadini per l’Aria, lancia un appello pubblico rivolto alla Presidente del Consiglio Meloni e al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin “affinché, durante la riunione del Coreper, il Governo sostenga le ragioni della salute e dell’ambiente attraverso la riduzione degli inquinanti in atmosfera e la conseguente prevenzione di morti premature e malattie evitabili”.
“Le posizioni sembravano piuttosto distanti – dicono le associazioni – . La Commissione aveva proposto di rivedere la legislazione introducendo un obiettivo di inquinamento zero al 2050 e standard di qualità dell’aria per il 2030 che fossero più vicini, anche se non in linea, alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità aggiornate nel 2021. I governi invece proponevano un periodo di transizione che avrebbe potuto ritardare l’attuazione dei nuovi limiti fino al 2040“.
“Di fronte a un’emergenza sociale e sanitaria pubblica dovuta all’inquinamento atmosferico, – proseguono Isde e Cittadini per l’Aria – questo accordo, pur non ottimale, è il minimo che l’UE possa fare per avviarsi alla risoluzione del problema. L’intesa del trilogo rappresenta un passo avanti verso il raggiungimento dell’aria pulita in Europa: in particolare, include aggiornamenti sui livelli massimi per i principali inquinanti atmosferici, rafforzamenti dei requisiti di monitoraggio e migliori informazioni per le persone, compresi i gruppi vulnerabili”.
Infine: “L’inquinamento atmosferico grava pesantemente sulla salute delle persone nell’UE e sull’economia: il 97% della popolazione urbana respira aria di qualità peggiore da quanto raccomandato dall’OMS per proteggere la salute, con la conseguenza di centinaia di migliaia di morti premature e centinaia di miliardi di euro di costi sanitari ogni anno. L’inquinamento atmosferico colpisce tutti ed è più dannoso per le persone più vulnerabili come i malati, i bambini, gli anziani, le donne durante la gravidanza e chi vive in condizioni di disuguaglianza sociali e sanitaria”.