L’Intelligenza Artificiale è una grande tecnologia, forse la più importante dell’ultimo ventennio. Ha cambiato le abitudini di consumatori ed aziende ed ha innalzato il livello degli standard tecnologici. Ha sensibilmente migliorato i servizi e costantemente li migliora. Ma come si inserisce nel dibattito e, soprattutto, quanto può essere importante l’IA per un argomento complicato come quello dell’ambiente? Le risposte sono già arrivate e, un po’, sono insite nell’idea stessa di IA: fornire soluzioni ai problemi.
In un contesto in cui la vera sfida da vincere è quella ambientale, in primis quella del riscaldamento globale, l’IA può cambiare la gara attualmente in corso, grazie alla possibilità di analizzare grandi set di dati. Nel corso della pandemia la attenzione sul concetto di sostenibilità si è alzata: le emissioni sono calate ma gli obiettivi concordati nel 2016 a Parigi sono ben lontani dall’essere realizzati. È qui che entra in gioco l’IA.
Il contributo della tecnologia può essere legato alla riduzione delle emissioni fino al 10%, l’equivalente di 5,3 miliardi di tonnellate di CO2. Applicare l’IA alla riduzione di emissioni aiuterebbe la sostenibilità delle aziende da qui al 2030, su entrate, risparmi, costi. L’IA impara dall’ambiente e può favorire l’ambiente stesso con il monitoraggio delle emissioni ma anche sull’emissione di gas serra con la raccolta di dati da processare.
Ad oggi associazioni, enti, aziende si stanno già muovendo in questo campo, andando ben oltre l’utilizzo dell’IA con il monitoraggio dei dati. L’IA sta entrando nel campo della biodiversità, della salubrità dell’acqua e dell’aria.
Blue River Technology, nota società del settore, per esempio utilizza l’IA per capire i cambiamenti della biodiversità ed identificare eventuali specie “aliene”, siano esse del mondo animale o vegetale. La diffusione di questi elementi in habitat “diversi” può portare alla distruzione di un dato ecosistema. In questo caso l’IA serve a identificare, monitorare, tracciare ed eliminare le specie che contaminano un habitat.
Per la salute degli oceani l’IA non si risparmia, poiché è in grado di raccogliere dati provenienti da località oceaniche periferiche, difficili da raggiungere. L’utilizzo di robot con Intelligenza Artificiale è utile per monitorare il livello delle condizioni oceaniche, tra inquinamento, temperatura e pH. Ed ancora, incroci tra IA, droni e piattaforme di sensori avanzate possono servire per monitorare tremori, inondazioni, cambiamenti del livello del mare, vari pericoli naturali.
I modelli statistici servono per comprendere i dati ma anche per applicare soluzioni. Su un doppio asse: quello del cambiamento climatico e della tutela dell’ambiente. Qui l’IA può fare – forse lo sta già facendo – la differenza.
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