I recenti dati sulle polveri sottili nell’aria, pubblicati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, non sono incoraggianti per l’Italia. Se è vero che nel nostro Paese si registra un trend di costanti rilevato delle concentrazioni medie annuali di queste particelle, i livelli di PM 2.5 sono tuttavia ancora superiori ai limiti sanitari stabilità dall’OMS. Pertanto, l‘Italia continua ad essere uno dei Paesi europei con i livelli di inquinamento atmosferico più alti.
“Sono state ben 68.600 le morti premature da PM 2.5, ossidi d’azoto ed ozono registrate nel 2020 in Italia (seguono la Germania con 43.500 decessi evitabili e la Polonia con 41.600). In pratica l’Italia rappresenta il 29% del totale di morti premature da PM2.5 in Europa (scese a 238.000), il 22% dei decessi evitabili da ossidi di azoto e il 21% di quelli dovuti ad eccessi di concentrazioni di Ozono. L’Italia è prima anche per numero di anni di vita persi: ben 606.000, quantificabili in circa 61 miliardi di euro di costi sociali e sanitari nel solo anno 2020. Questo significa che da diversi decenni, ogni anno nel nostro Paese l’inquinamento dell’aria genera numeri da pandemia”, sottolinea Miani.
“Il rapporto EEA appena pubblicato esplicita chiaramente che le maggiori concentrazioni di PM10 si osservano nella Pianura Padana, attribuendo il fenomeno alla densità di popolazione e di attività industriali in un contesto orografico e meteorologico che favorisce l’accumulo di polveri sottili” – aggiunge il Dr. Prisco Piscitelli, epidemiologo e Vicepresidente SIMA.
“Questi dati certificano che l’Italia è tra i Paesi europei che deve compiere i più netti progressi per l’attuazione della Zero Pollution Strategy Europea, che sottende la revisione delle Linee Guida per la Qualità dell’Aria presentate dalla Commissione Europea lo scorso 26 Ottobre (che ha visto SIMA partecipare alla Stakeholders’ Consultation) per allinearsi alle più stringenti direttive OMS entro il 2050. Ancora una volta, il nostro appello al nuovo Governo è un invito a non perdere l’occasione del PNRR per invertire rapidamente la rotta con un’attenta strategia di allocazione delle risorse e verifica in corso dei risultati prodotti, a cominciare dal Programma Salute, Ambiente e Clima per proseguire con la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico degli edifici con annessi riscaldamenti domestici”, conclude il presidente Sima, Alessandro Miani.