L’inquinamento indoor causato dai fornelli a gas accorcia la vita di 12.706 italiani ogni anno, molto più che in qualsiasi altro paese d’Europa, secondo la prima stima scientifica delle morti premature legate a questa circostanza. Lo rende noto l’Isde, citando uno studio dell’Università Jaume I in Spagna che mostra come le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità vengano regolarmente violate nelle case medie di 14 paesi europei, quando l’inquinamento di fondo si combina con i fumi delle cucine a gas durante l’uso normale.
Secondo i ricercatori, le morti premature tra Unione europea e Regno Unito ammontano a 39.959 in totale. Gli Stati più colpiti sono Italia, Polonia, Romania, Francia e proprio il Regno Unito, dove più famiglie cucinano con il gas. L’inquinamento è più grave nelle case con scarsa ventilazione e durante le sessioni di cottura prolungate. Le vite in Italia si accorciano, in media, di poco meno di un anno.
I ricercatori si sono concentrati su un inquinante delle cucine a gas, il diossido di azoto (NO2), perché è ben compreso dagli epidemiologi [1]. Hanno combinato misurazioni reali della contaminazione all’interno e all’esterno delle case in tutta Europa, effettuate da ricercatori olandesi l’anno scorso, con dati governativi sulle concentrazioni di fondo di NO2, così da produrre la prima mappa europea delle probabili concentrazioni di NO2 nelle case che utilizzano cucine a gas. Hanno applicato queste cifre ai tassi di rischio stabiliti per l’inquinamento da NO2 per calcolare il probabile numero di morti premature in un anno [2].
La dott.ssa Juana Maria Delgado-Saborit, principale autrice dello studio, ha dichiarato: “Già nel 1978 abbiamo scoperto che l’inquinamento da NO2 è numerose volte più alto nelle cucine che utilizzano fornelli a gas rispetto a quelle elettriche. Ma solo ora siamo in grado di quantificare il numero di morti prematuri. L’entità del problema è molto peggiore di quanto pensassimo, con i nostri modelli che suggeriscono che la casa media in metà Europa supera i limiti dell’OMS. L’inquinamento esterno crea la base per questi superamenti, ma sono i fornelli a gas a spingere le abitazioni nella zona di pericolo.”
I ricercatori affermano che il vero costo umano dell’inquinamento delle cucine a gas è probabilmente significativamente più alto. La mancanza di dati ha comportato l’esclusione di alcune condizioni di salute e di altri inquinanti nocivi creati dalle cucine a gas, come il benzene, la formaldeide e il particolato. Quando la maggior parte degli inquinanti è inclusa e utilizzando un metodo meno preciso, i ricercatori hanno scoperto che le cucine a gas probabilmente causano circa 367.000 casi di asma infantile e 726.000 casi in tutte le fasce d’età in Europa ogni anno.
Si stima che un terzo delle abitazioni europee cucini con il gas, abitazioni che generalmente presentano i livelli più alti di NO2. I fornelli emettono il potente gas serra metano anche quando sono spenti. La qualità dell’aria interna è importante perché i cittadini europei trascorrono quasi tutto il loro tempo al chiuso e gli edifici ricevono sempre meno aria fresca man mano che diventano più ermetici. L’inquinamento atmosferico è considerato il più grande rischio per la salute.
L’Ue non ha standard per la qualità dell’aria indoor e i suoi strumenti legislativi per affrontare il problema sono frammentati, sostiene l’European Public Health Alliance (EPHA), la più grande rete di organizzazioni della società civile europee che si occupa di salute pubblica. L’EPHA coordina una campagna per una cucina più pulita e ha collaborato con l’Università per promuovere maggiori conoscenze scientifiche su questo problema. L’Unione europea proporrà nuove norme per i fornelli a gas entro la fine dell’anno e sta valutando restrizioni per l’inquinamento, compreso quello da NO2. L’EPHA sta sollecitando le Istituzioni europee a eliminare gradualmente i fornelli a gas attraverso limiti alle emissioni abbinati a incentivi finanziari per passare a fornelli più puliti. Chiede anche etichette obbligatorie sui fornelli per segnalare i rischi di inquinamento e campagne di sensibilizzazione sui pericoli della combustione di carburanti in ambienti chiusi.