Inquinamento da riscaldamento e raffreddamento, Ue: urgente intensificare l’uso di energia pulita

Nonostante un graduale spostamento verso fonti energetiche meno inquinanti, nell'Unione europea i dispositivi di riscaldamento e di raffreddamento a combustione dominano ancora il mix energetico, con un grande apporto di emissioni nocive. Gli inquinanti maggiori includono il particolato (PM2.5), gli ossidi di azoto (NOx), ammoniaca (NH3), monossido di carbonio (CO) e anidride solforosa (SO2), che comportano tutti gravi rischi per la salute. A sottolinearlo è un nuovo studio JRC, il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza

Nonostante un graduale spostamento verso fonti energetiche meno inquinanti, nell’Unione europea i dispositivi di riscaldamento e di raffreddamento a combustione dominano ancora il mix energetico, con un grande apporto di emissioni nocive. Gli inquinanti maggiori includono il particolato (PM2.5), gli ossidi di azoto (NOx), ammoniaca (NH3), monossido di carbonio (CO) e anidride solforosa (SO2), che comportano tutti gravi rischi per la salute. A sottolinearlo è un nuovo studio JRC, il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza.

A seguito della revisione della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente, diversi Stati membri dovranno compiere ulteriori sforzi per rispettare gli obiettivi più rigorosi al 2030, sottolinea il Jrc, perché l’Ue ha allineato i suoi standard alle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Come si diceva qualcosa è migliorato ma non è abbastanza. Negli ultimi vent’anni l’UE27 ha ridotto il suo consumo finale lordo complessivo di energia del 9,5%, mostra lo studio Jrc, con i consumi per riscaldamento e raffreddamento in particolare che sono scesi del 16%. Ciò è in parte dovuto al minor fabbisogno energetico per riscaldare gli edifici e in parte ad apparecchi più efficienti.

L’uso di pompe di calore, senza emissioni dirette di inquinanti, è aumentato di sei volte dal 2005, che attualmente rappresenta il 3,7% del consumo finale lordo di energia. Mentre il settore del riscaldamento e del raffreddamento ha raggiunto una quota di energia rinnovabile del 25% nel 2022, le pompe di calore rappresentano ancora una parte relativamente piccola, contribuendo solo al 15%.

Le emissioni inquinanti del riscaldamento sono dominate dal settore residenziale (85% di PM2.5, 82% di NMVOC, 79% di ammoniaca e 76% di CO) che mostrano la necessità di fissare limiti di emissione di inquinamento più rigorosi per gli apparecchi venduti per l’uso in questo settore. L’analisi mostra che questo è particolarmente rilevante per la biomassa per PM2.5 e gas e biomassa per NOx.

Basandosi su precedenti ricerche sulla combustione su piccola scala e sugli sforzi in corso per migliorare le stime delle emissioni di inquinanti atmosferici nel database delle emissioni per la ricerca globale atmosferica (EDGAR), lo studio individua i fattori chiave che influenzano le emissioni: l’efficienza complessiva di questi sistemi; il tipo di combustibile utilizzato (come gas naturale, legno, petrolio, pellet o elettricità); la tecnologia impiegata (come stufe, camini, caldaie o pompe di calore).