Il 18 e 19 ottobre, una forte ondata di maltempo ha colpito varie parti dell’Italia e della Francia centrale, portando tempeste e piogge intense. In Italia, Emilia Romagna è stata la regione più colpita, con oltre 160 mm di pioggia caduti su Bologna in sole 4 ore. Durante la notte, le inondazioni hanno colpito anche Ravenna, Modena e Reggio Emilia, creando condizioni pericolose sulle strade degli Appennini e costringendo all’evacuazione di oltre 3000 persone in tutta la regione. A Pianoro, una macchina è stata travolta da un’inondazione, causando la morte di un giovane. Irene Priolo, presidente ad interim della regione, ha criticato i servizi di emergenza per la loro risposta inadeguata e ha esortato i residenti a seguire rigorosamente le istruzioni delle autorità locali, in particolare riguardo alle chiusure stradali e alle evacuazioni. Oltre 300 interventi dei vigili del fuoco sono stati effettuati in tutta Emilia Romagna, specialmente a Bologna, dove i torrenti Ravone, Savena, Zena e il fiume Idice sono esondati. A Cadelbosco di Sopra, i residenti sono stati evacuati dopo l’esondazione del torrente Crostolo, un affluente del Po.
Dal 16 al 18 ottobre, forti tempeste e piogge intense hanno provocato alluvioni in Liguria e Toscana, con 200 mm di pioggia in 18 ore e 100 mm in un’ora rispettivamente nelle città di Genova, Rapallo, Savona e Chiavari in Liguria, e Livorno e Siena in Toscana. Il Ponte Sori di Genova è stato danneggiato, così come la stazione ferroviaria di Siena.
Piogge persistenti si sono registrate anche dal 19 ottobre in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, specialmente nelle zone ioniche, e in Sicilia. In Sicilia, i servizi di emergenza hanno salvato persone intrappolate sui tetti e nei veicoli a causa di inondazioni improvvise. La provincia di Agrigento ha visto il fiume Salto rompere gli argini, allagando parte di Licata. A Firenze, anche il fiume Elsa è esondato, e le autorità hanno consigliato di evitare i viaggi non essenziali.
Le anomalie di pressione superficiale mostrano una significativa anomalia negativa (ciclonica) di 2 hPa sul Mediterraneo centrale e sulla penisola italiana, mentre le anomalie di temperatura evidenziano un significativo aumento delle temperature in Italia fino a 3 °C e nel Mediterraneo meridionale fino a 1,5 °C. I dati sulle precipitazioni rivelano quantità giornaliere elevate, superiori a 40 mm al giorno nel Mediterraneo centrale e in Emilia Romagna. I dati sulla velocità del vento mostrano venti moderati fino a 20 km/h su quasi tutto il Mediterraneo.
Impatti del cambiamento climatico sugli eventi meteorologici estremi
L’IPCC AR6 WG1 evidenzia che la variabilità del ciclo dell’acqua e gli eventi estremi sono destinati ad aumentare più rapidamente rispetto ai cambiamenti medi, specialmente nelle regioni tropicali ed extratropicali. Nelle zone extratropicali, durante la stagione calda, la variabilità interannuale delle precipitazioni e del deflusso sta crescendo più velocemente dei cambiamenti stagionali. La frequenza e l’intensità delle precipitazioni estreme sono già aumentate nella maggior parte delle regioni terrestri, compresa l’Europa e il Mediterraneo. L’IPCC AR6 WG1 prevede che aumenteranno se si raggiungeranno i 2 °C di riscaldamento globale.
Come affermato nell’IPCC AR6, con un ulteriore riscaldamento globale, a partire da 1,5 °C, ogni regione è destinata a sperimentare un numero crescente di cambiamenti climatici concomitanti, come le precipitazioni estreme. Eventi estremi simultanei in più località saranno più probabili a 2 °C rispetto a 1,5 °C (AR6 WGI SPM). Il rapporto sottolinea anche l’impatto del cambiamento climatico sulla tempestosità in Europa, aggravato dall’innalzamento del livello del mare e dalle precipitazioni intense. I cambiamenti previsti nei modelli di circolazione atmosferica derivano dal riscaldamento disomogeneo tra terra e oceano, portando a una possibile diminuzione dell’umidità relativa vicino alla superficie e a una riduzione localizzata delle precipitazioni. In un clima più caldo, si prevede che le tempeste a medie latitudini producano più precipitazioni, sebbene i cambiamenti nella velocità del vento siano meno certi. Studi recenti, come quello di Ginesta et al. (2024), indicano che l’intensità delle tempeste recenti, inclusa la velocità del vento e le precipitazioni, è destinata ad aumentare nelle regioni europee più colpite.
Analisi ClimaMeter
L’analisi ha confrontato come eventi simili alla depressione mediterranea del 18-19 ottobre siano cambiati nel presente (2001-2023) rispetto a quanto avrebbero potuto apparire nel passato (1979-2001) nella regione [0°E 22°E 34°N 48°N]. I cambiamenti della pressione superficiale non mostrano differenze significative tra i due periodi. I cambiamenti di temperatura indicano un aumento fino a 1 °C sul Mediterraneo, mentre non sono osservati cambiamenti significativi sulla penisola italiana. I cambiamenti nelle precipitazioni mostrano che eventi simili stanno ora producendo condizioni più umide sull’Italia, soprattutto nella parte meridionale, con un incremento fino a 10 mm/giorno nel clima attuale rispetto al passato. I cambiamenti nella velocità del vento indicano condizioni più ventose fino a 6 km/h sul Mediterraneo centrale e meridionale.
Eventi simili nel passato si verificano con una frequenza analoga a quella osservata in passato, con un lieve aumento in settembre nel clima attuale. I cambiamenti nelle aree urbane rivelano un aumento delle precipitazioni fino a 3 mm/giorno in città come Bologna, Palermo e Genova nel presente rispetto al passato. Le fonti di variabilità climatica naturale, come l’Oscillazione Multidecadale Atlantica e l’Oscillazione Decadale del Pacifico, potrebbero aver influenzato i cambiamenti osservati, suggerendo che i cambiamenti riscontrati in questo evento siano dovuti al cambiamento climatico indotto dall’uomo, con un contributo dalla variabilità naturale.
Le depressioni mediterranee simili a quella che ha causato le numerose inondazioni in Italia nell’ottobre 2024 mostrano un aumento delle precipitazioni (fino a 10 mm/giorno, pari a un aumento del 25%) e producono venti più forti (fino a 6 km/h, che rappresentano un incremento del 10% nella forza del vento) nel presente rispetto al passato. Le inondazioni multiple verificatesi in Italia possono essere interpretate come un evento causato da condizioni meteorologiche eccezionali, e solo la variabilità naturale non può spiegare i cambiamenti osservati nelle precipitazioni e nel vento associati a questo evento.