Valutazione degli impegni climatici dei partiti alle elezioni europee 2024 | L’analisi degli esperti

Venti rappresentanti del mondo scientifico hanno valutano i programmi dei partiti. In generale, molti programmi risultano meno dettagliati rispetto a quelli delle elezioni politiche italiane, creando una situazione polarizzata. Alcuni partiti affrontano seriamente la questione climatica, mentre altri tendono a delegittimare le recenti politiche climatiche europee. Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si dimostrano le forze politiche che potrebbero portare in Europa migliori proposte per il clima

elezioni europee 2024

Un gruppo indipendente composto da 20 scienziati ed esperti di politiche sul clima e l’energia ha condotto una valutazione approfondita degli impegni climatici presenti nei programmi elettorali dei partiti italiani che parteciperanno alle elezioni politiche europee dell’8 e 9 giugno 2024. Questo è l’obiettivo del progetto “Indice di Impegno Climatico per le Elezioni Politiche Europee 2024,” promosso dall’Italian Climate Network in collaborazione con il blog scientifico Climalteranti.it.

Il metodo utilizzato, già sperimentato nelle elezioni politiche italiane del 2022, ha visto 20 esperti definire 10 criteri oggettivi per valutare gli impegni climatici. Successivamente, questi esperti hanno analizzato dettagliatamente i programmi ufficialmente pubblicati sui siti web dei 12 partiti ammessi alle elezioni. Una novità rispetto all’edizione precedente è che i programmi sono stati valutati in forma anonima.

In generale, molti programmi risultano meno dettagliati rispetto a quelli delle elezioni politiche italiane, creando una situazione polarizzata. Alcuni partiti affrontano seriamente la questione climatica, mentre altri tendono a delegittimare le recenti politiche climatiche europee.

I 10 criteri forniti ai valutatori aiutano a distinguere chi è impegnato seriamente sul cambiamento climatico da chi non lo prende sul serio o lo usa in maniera strumentale. Il primo è la centralità, ovvero se il cambiamento climatico è presente in modo prioritario anche nelle parti iniziali e principali del programma o invece in modo sporadico o in una posizione del tutto marginale. Poi la settorialità, cioè quanto il tema del cambiamento climatico è interconnesso alle parti che si occupano dello sviluppo socio-economico o industriale. Il terzo criterio è l’ambizione: quanto nel programma sono citati e sostenuti obiettivi di riduzione delle emissioni, almeno in linea con la Comunicazione della Commissione europea del febbraio 2024 che ha indicato come obiettivo ottimale al 2040 la riduzione delle emissioni di gas climalteranti di almeno il 90-95% (rispetto al 1990), oltre all’obiettivo di neutralità climatica al 2050. Per continuare, poi, con: fuoriuscita dai fossili, investimenti pubblici per accelerare la mitigazione del cambiamento climatico e uno sguardo sul quadro internazionale. Infine, equità e disuguaglianza, distrazioni, presenza di tesi negazioniste sul clima o inattiviste, ossia volte a rallentare l’azione contro il cambiamento climatico .

Questa una sintesi dei risultati della valutazione media delle 20 persone esperte:

  • Alleanza Verdi Sinistra con 9 punti, Movimento 5 Stelle con 8,6 punti e Partito Democratico con 8,3 risultano essere le forze politiche che complessivamente hanno il più alto indice di impegno climatico. Risultano, invece, agli ultimi posti Forza Italia, Lega e Libertà con un punteggio di 2, il più basso di tutti.
  • Il tema del cambiamento climatico è presente in modo centrale e strategico per Alleanza Verdi Sinistra (9), Movimento 5 Stelle (8,2) e Partito Democratico (7,9). A metà classifica troviamo Alternativa Popolare PPE (6). Agli ultimi posti Lega (1,9) e Libertà (0,6).
  • Il tema cruciale per la lotta al cambiamento climatico, la fuoriuscita dai fossili, vede ancora al primo posto l’Alleanza Verdi Sinistra (9,1) e Movimento 5 Stelle (8,6). In generale veramente molto bassi i punteggi delle forze politiche di destra e centro-destra attualmente al Governo: Fratelli d’Italia (2), Forza Italia (2) e Lega (1,3).
  • Rispetto scorsa edizione dell’Indice in cui nei programmi delle forze politiche spiccava una generale assenza di posizioni negazioniste, si assiste ora a una seppur lieve inversione di tendenza accompagnata dall’inattivismo che, nella media generale, non supera la sufficienza. Ciò vuol dire che, escluse le tre forze politiche con più alto indice di impegno climatico, in generale si tende a enfatizzare i pericoli e i costi della transizione energetica e dichiarare, in numerosi programmi, che è ormai troppo tardi per affrontare la crisi climatica.

Importante sottolineare che il voto “6” non indica la sufficienza. Per poter raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi (limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C, e fare uno sforzo per fermarsi a 1,5°C) è necessario il massimo dell’ambizione e dell’impegno, quindi, non essere lontani dal massimo voto attribuibile, cioè 10.

Ulteriori dettagli sono consultabili sul sito dedicato.