Li chiamano “ecoincentivi” ma sono solo l’ennesimo aiuto di Stato alle case automobilistiche, che lamentano da mesi gravi perdite a causa del Covid. Si parla di una cifra intorno ai 300 milioni di euro, da prorogare fino alla fine dell’anno, destinata a sostenere i cittadini nell’acquisto di nuove auto e veicoli commerciali. La misura è contenuta nel primo pacchetto di emendamenti riformulati al cosiddetto decreto Sostegni bis, che andranno al voto in commissione Bilancio alla Camera a partire da martedì 6 luglio.
Il finanziamento dovrebbe essere così suddiviso: 50 milioni per auto ibride ed elettriche (che emettono tra 0 e 60 grammi di Co2 a chilometro), 200 milioni per euro 6 benzina o diesel (che emettono tra 61 e 135 grammi di CO2 a chilometro) e altri 50 milioni per i veicoli commerciali. Ancora da definire, secondo quanto si legge nelle riformulazioni, il bonus per l’eventuale rottamazione di vecchi veicoli ma sempre a fronte di un acquisto di un auto con le suddette caratteristiche.
I primi di giugno Anfia, Federauto e Unrae, le principali associazioni di settore, avevano rilanciato il grido di dolore dovuto ad un mercato auto in picchiata, chiedendo al Governo un provvedimento adeguato alle loro aspettative: “E’ necessario rifinanziare per l’anno corrente, con una dotazione adeguata e non effimera, gli incentivi per la fascia 61-135 g/Km a fronte di rottamazione, i quali hanno dimostrato di incontrare il forte gradimento dei consumatori e di ottenere effetti molto incisivi sull’ambiente. I suddetti incentivi rappresentano inoltre un investimento per l’Erario, più che un sostegno, grazie all’incremento di gettito IVA e IPT derivante dalla vendita delle nuove vetture“.
Parole quantomeno audaci in un paese in cui l’80% degli spostamenti medi urbani in auto è inferiore ai cinque chilometri, un paese dove molte città hanno una qualità dell’aria talmente bassa da ridurre l’aspettativa di vita dei cittadini e da minare quella dei bambini, dove la sicurezza stradale e gli spazi per pedoni e ciclisti sono fortemente compromessi. Eppure, al di là di ogni retorica green, si continua ad insistere su una mobilità “autocentrica”.
Il termine ultimo per l’approvazione degli emendamenti al decreto è domenica 25 luglio, cioè entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto.