Inceneritore in Umbria: l’AURI stoppa il progetto, è scontro in Regione

Mentre il centrosinistra esulta per il blocco di un impianto considerato inutile e dannoso per il territorio, il centrodestra teme l'aumento della tassa sui rifiuti e l'espansione delle discariche come alternative. Diverse forze politiche, tra cui il M5S e Alleanza Verdi Sinistra, propongono soluzioni sostenibili come l'aumento della raccolta differenziata e il potenziamento del riciclo, mentre la Lega continua a sostenere l'incenerimento come soluzione necessaria per la gestione dei rifiuti

Inceneritore Umbria AURI

Il Consiglio Direttivo dell’AURI (Autorità Umbria Rifiuto Idrico) ha deciso, con una maggioranza di voti favorevoli, di sospendere il progetto per la realizzazione di un nuovo inceneritore in Umbria. L’impianto era stato previsto nel Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti, con l’obiettivo di trattare e recuperare energeticamente i rifiuti prodotti nella regione. La decisione di sospendere la procedura è stata presa a seguito di una relazione del RUP (Responsabile Unico del Procedimento), che ha sollevato delle preoccupazioni circa la “necessità di un contesto tecnico-giuridico stabile per garantire una corretta sollecitazione del mercato e una gestione ottimale della fase progettuale”.

Il Consiglio Direttivo dell’AURI, con cinque voti favorevoli e tre contrari, ha deciso in autotutela di sospendere il processo di selezione per il concessionario che si sarebbe dovuto occupare della progettazione e gestione dell’inceneritore. La decisione è stata motivata dalla necessità di affrontare le criticità tecniche e giuridiche emerse, in modo da procedere in modo più efficace e in linea con le normative previste dal piano regionale. AURI ha sottolineato che questa sospensione non pregiudica la possibilità di riattivare il procedimento in futuro, una volta risolti gli aspetti critici attualmente in fase di analisi.

Il voto in AURI è stato influenzato dai cambiamenti politici avvenuti dopo le elezioni regionali che hanno visto un rinnovato equilibrio a favore del centrosinistra. In particolare, i comuni governati dal centrosinistra hanno sostenuto la sospensione, mentre i rappresentanti del centrodestra, come i sindaci di Orvieto, Stroncone e Terni, hanno votato contro. Questa divisione evidenzia le diverse posizioni politiche riguardo alla gestione dei rifiuti e alla necessità di impianti come l’inceneritore. Non ha partecipato al voto il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini.

Il centrodestra, in particolare la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha espresso forti preoccupazioni riguardo la sospensione. La Tardani ha paventato il rischio di un ampliamento della discarica cittadina come alternativa all’inceneritore, sollevando dubbi su come il nuovo governo regionale intenda chiudere il ciclo dei rifiuti. Secondo il centrodestra, la decisione potrebbe portare a un aumento della Tari (la tassa sui rifiuti) per le famiglie umbre, con un impatto negativo sul territorio e sulla salute dei cittadini. La Lega e la consigliera regionale di FdI, Eleonora Pace, hanno sostenuto le preoccupazioni di Tardani, avvertendo che la scelta potrebbe significare l’ampliamento delle discariche esistenti, con effetti dannosi per l’ambiente.

Anche la Lega ha espresso una dura critica alla decisione di AURI. Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega Umbria, ha dichiarato che la sospensione è stata giustificata da una motivazione tecnica tutta da accertare, ma che nasconde, in realtà, un orientamento politico ben preciso, emerso soprattutto durante la campagna elettorale. Secondo Marchetti, questo passo indietro segna l’inizio di una paralisi amministrativa che rischia di compromettere la gestione dei rifiuti in Umbria. La Lega, infatti, ritiene che l’inceneritore sia una soluzione necessaria per garantire il corretto trattamento dei rifiuti, mentre l’opposizione al progetto potrebbe portare a scenari problematici, come l’ampliamento delle discariche o l’esportazione dei rifiuti fuori regione.

Dall’altra parte, il Movimento 5 Stelle ha criticato aspramente la posizione del centrodestra. Il neo-consigliere regionale del M5S, Luca Simonetti, ha ricordato che l’unico vero ampliamento delle discariche è stato attuato dalla precedente amministrazione di centrosinistra. Per Simonetti, la soluzione non risiede nel ricorso agli inceneritori, ma nell’aumento della raccolta differenziata e nell’implementazione di impianti per il recupero di materia e il riciclo. La deputata pentastellata Emma Pavanelli ha sostenuto che le critiche del centrodestra sono infondate, accusandoli di diffondere informazioni errate per confondere i cittadini.

Tommaso Bori, segretario regionale del Partito Democratico e probabile futuro membro della giunta regionale, ha celebrato la sospensione come un primo successo del nuovo governo regionale. “Non siamo ancora insediati, ma abbiamo già mantenuto la prima promessa”, ha dichiarato Bori, riferendosi alla decisione di bloccare la procedura per la realizzazione dell’inceneritore, un progetto fortemente voluto dalla precedente presidente Donatella Tesei. Secondo Bori, questa opera sarebbe stata “inutile e costosa”, progettata per importare rifiuti da altre regioni, e avrebbe avuto un impatto negativo sul territorio umbro. La sospensione è stata possibile grazie al voto favorevole dei sindaci di centrosinistra, mentre i sindaci di centrodestra si sono opposti alla decisione. “Questa è la differenza tra chi lavora per i cittadini e chi per altri interessi”, ha concluso Bori, evidenziando la contrapposizione tra le due forze politiche.

Sulla stessa linea si è espresso anche Fabrizio Ricci, neoconsigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra (AVS), che ha accolto con favore la sospensione del progetto. Ricci ha sottolineato che questa decisione rappresenta un passo importante verso un cambiamento radicale nella visione della gestione dei rifiuti. “Lo stop deciso dall’Auri rispetto all’inceneritore, così caro alla destra, è una buona notizia”, ha affermato Ricci, ribadendo l’impegno di AVS e della coalizione a sostegno della presidente Stefania Proietti. Secondo Ricci, l’obiettivo è ridurre la produzione di rifiuti attraverso l’estensione del porta a porta su tutto il territorio regionale, puntando sulla riduzione dei rifiuti e sul riutilizzo e riciclo.