Le Associazioni e i Comitati territoriali dei Castelli Romani – nello specifico i Comitati di quartiere di Albano, Pavona e Cecchina, FARE Castelli, l’ANPI locale, il Movimento per il Cambiamento, il circolo di Legambiente Appia Sud “Il Riccio” e la sezione territoriale di Italia Nostra – unitamente all’Associazione Forum Ambientalista e all’Azienda Agricola Ceglia, hanno presentato un ricorso al Tar contro l’inceneritore di Roma. Viene contestato il piano rifiuti del sindaco di Roma Gualtieri che, accusano le associazioni, in veste di Commissario Straordinario per il Giubileo, “vuole realizzare un mega bruciatore di rifiuti“.
Di seguito il comunicato stampa congiunto delle associazioni:
Roma può e deve trovare soluzioni moderne per la gestione dei rifiuti, improntate alla strategia europea, che vede la combustione come elemento residuale e da superare nel lungo periodo, e non fermarsi ad una finta soluzione obsoleta, inquinante, dispendiosa dal punto di vista idrico, antieconomica e dannosa per la salute.
Una proposta priva di qualsiasi analisi comparativa con tecnologie di riciclo alternative, valutazione prevista dalle norme europee e fondamentale in un Paese privo di materie prime come l’Italia. Analisi presente invece nel piano regionale vigente, che nel 2020 aveva portato a scartare l’ipotesi di un nuovo termovalorizzatore.
“Vogliamo tutelare la salute, garantendo aria e cibo non contaminati per tutti. Le aziende dell’agro romano meridionale, infatti, vendono i propri prodotti di eccellenza a Roma e in giro per il mondo, grazie anche a certificazioni di qualità come quelle biologiche, impossibili da mantenere con un inceneritore sul territorio”
“Vogliamo promuovere la riduzione del rifiuto all’origine e l’avanzamento dell’Italia in un settore strategico come quello del recupero dei materiali dalle miniere urbane, determinante per la sopravvivenza del pianeta, e per portare occupazione e benessere diffusi”.
Il ricorso, affidato all’avv. Claudio Tamburini del foro di Firenze, fa inoltre dei rilievi che attengono al rispetto della Costituzione e dei principi democratici, evidenziando l’irragionevolezza di realizzare un impianto oltre il Giubileo e continuare a gestire le criticità dei rifiuti esportandoli, per colmare la capacità inutilizzata degli impianti esistenti in Italia. Il piano adottato dal Commissario, Infatti, prevede di “definire accordi specifici con gestori operanti in Italia e all’estero che permettano di garantire il superamento dell’emergenza durante il 2025 e 2026”. Evidentemente il termovalorizzatore non serve al Giubileo, che viene utilizzato in maniera strumentale per realizzare un impianto privato, bypassando le regole democratiche, tra l’altro in contrasto con gli insegnamenti dell’enciclica “Laudato Si”.
Nelle prossime settimane verrà depositata tutta la documentazione necessaria, prima dell’udienza fissata il prossimo 5 luglio.