Il 19 dicembre scorso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie aveva fatto sapere che avrebbe approfondito sull’inceneritore che si intende costruire a Santa Palomba. Tuttavia, la recente pubblicazione della relazione d’indagine non ha placato le polemiche che ruotano attorno all’infrastruttura. Rete Tutela Roma Sud, infatti, ha pubblicamente sostenuto che vi siano delle inesattezze che: “Probabilmente derivano dalle bugie raccontate da AMA o altri auditi”.
Nello specifico, a pag. 197 della relazione si legge: “In data 13 luglio 2022, con Ordinanza CMRC-2022-0113764, il sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale ha ordinato la riapertura della discarica di Albano Laziale, a seguito del superamento delle problematiche che avevano portato al sequestro dell’11 marzo 2022 permettendo, in quota parte, il contenimento dei costi per l’avvio a trattamento dei rifiuti prodotti dal trattamento del rifiuto indifferenziato. Tale ordinanza è stata, poi, successivamente prorogata, nel corso dell’anno, fino all’ultima ordinanza che fissava la chiusura della discarica al 28 febbraio 2023″.
“Probabilmente – commenta la Rete – la Commissione non sa che a marzo 2023 la discarica di Albano Laziale è stata definitivamente chiusa perché le fidejussioni presentate erano false, e la riapertura ordinata dal sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale Roberto Gualtieri era pertanto illegittima. Finora per questo illecito non risulta che i responsabili siano stati sanzionati”.
L’altro punto a cui Rete Tutela Roma Sud risponde si trova, poi, a pag. 305: “Nonostante le evidenze giurisdizionali del T.a.r. per il Lazio, l’attenzione dei cittadini rispetto alla realizzazione dell’impianto rimane tutt’oggi alta sotto diversi profili, alcuni si seguito accennati. Al riguardo, si ritiene opportuno precisare che il piano di gestione dei rifiuti di Roma capitale 20222030 e il relativo rapporto ambientale, in ossequio al piano regionale di gestione dei rifiuti 20192025, è stato approvato, a seguito della conclusione della valutazione ambientale strategica, previo parere motivato del dipartimento III “Ambiente e tutela del territorio acqua — rifiuti — energia — aree protette” della Città metropolitana di Roma capitale, quale autorità competente, mediante determinazione prot. n. 2022-0179262 del 18 novembre 2022. Giova segnalare, inoltre, che l’impatto ambientale dell’opera è stato valutato in sede di pianificazione, non ancora in fase di realizzazione, ossia nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale, sede questa ove sarà prevista, come disciplinato dalla normativa di riferimento, una fase di consultazione pubblica che garantirà ai comitati, alle associazioni ambientaliste e alla cittadinanza la visione del progetto e della relativa documentazione, nonché la possibilità di formulare osservazioni all’autorità competente, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi254″.
“Purtroppo è falso – risponde la Rete -, non è avvenuta alcuna valutazione in fase di pianificazione perché il Piano di Gestione dei Rifiuti di Roma Capitale non indicava la sede del termovalorizzatore e, pertanto, non è stato possibile presentare osservazioni che evidenziassero gli errori di localizzazione rispetto agli stessi criteri previsti nel Piano e alle criticità ambientali del territorio”.
Infine, a pag. 314 della relazione si legge: “Il 20 settembre 2022 […] La Commissione (dell’AMA ndr) ha proceduto a verificare la fattibilità dell’acquisto del solo terreno sito in località Santa Palomba, unico ritenuto dalla stessa utilmente acquisibile atteso che il sito di Ponte Malnome insiste su un’area già gravata da numerosi insediamenti industriali che, hanno dato origine a numerose e reiterate proteste da parte della popolazione residente; pertanto proporre la realizzazione di un ulteriore impianto industriale in detta area avrebbe inevitabilmente comportato reazioni ostruzionistiche con sicuro rallentamento dei lavori”.
“Questa decisione dell’AMA è molto grave, perché il terreno sito in località Santa Palomba era in un’area inidonea per gli impianti di smaltimento dei rifiuti secondo la mappatura delle aree idonee della Città Metropolitana, tanto è vero che successivamente, il 18 novembre 2022, è stato necessario modificare la suddetta mappa, azione resa possibile dall’inerzia della Regione Lazio, che ancora non ha approvato la perimetrazione dell’area di salvaguardia del campo pozzi Laurentino”, risponde Rete Tutela Roma Sud.
“In pratica – spiega la nota della Rete – la localizzazione non è avvenuta sulla base dei criteri previsti dal Piano, ma su valutazioni soggettive legate alle “proteste della popolazione residente”, senza tenere conto dell’inquinamento certificato dall’ARPA e dall’ERAS a Santa Palomba, a causa del quale il Comune di Albano ha chiesto l’istituzione di un’area ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi della l.r. n. 13/2019″.
“In generale – conclude la Rete – segnaliamo alla Commissione Ecomafie la necessità di approfondire la conoscenza delle tecnologie alternative ai termovalorizzatori e alle discariche, che si prefiggono il recupero materia, tramite lettori ottici o processi chimici, già implementate con successo in Italia, Polonia, Israele e Giappone. Riteniamo infatti che esclusivamente dal confronto si possano adottare le migliori soluzioni, che rispondono non solo alla necessità di tutela ambientale e della salute previsti nella nostra Costituzione, ma anche ad esempio al bisogno di ridurre le importazioni di materie prime, obiettivo strategico per l’Italia. Ricordiamo infatti che gli inceneritori sono altamente inefficienti, in particolare in un Paese temperato come il nostro, dove l’energia termica prodotta (pari al 70% del totale) andrebbe dispersa, perché sarebbe antieconomico fare reti di teleriscaldamento”.