Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa della Rete Tutela Roma Sud sui prossimi passi per riuscire a bloccare la realizzazione dell’inceneritore da 600.000 tonnellate l’anno di Santa Palomba. A partire da esempi come quello di Biella, dove un inceneritore è stato bocciato grazie all’intervento di esperti, le associazioni chiedono di dichiarare l’area a elevato rischio ambientale perché l’impianto aggraverebbe l’inquinamento che si ripercuote già sul territorio che si trova vicino la discarica di Roncigliano:
“Appurato che un inceneritore non servirà a migliorare il degrado di Roma e al Giubileo, ma solo ad aumentare il fatturato di ACEA, Vianini, SUEZ e Hitachi. Tale impianto produrrebbe un inquinamento aggiuntivo in un’area limitrofa alla discarica di Roncigliano, in cui l’ARPA e l’ERAS hanno registrato livelli di inquinamento fuori norma, già denunciati dal Comune di Albano Laziale, che ha richiesto da
febbraio alla Regione Lazio di dichiarare l’area ad elevato rischio di crisi ambientale e pertanto incompatibile con l’insediamento di nuovi impianti inquinanti, almeno fino all’esecuzione della bonifica dell’inquinamento esistente.
In attesa che la Giunta Regionale tuteli i cittadini, facendo rispettare le proprie leggi, quali sono i prossimi passi per sancire che il termovalorizzatore è un errore? Il prossimo appuntamento è il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che comprende la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e tutte le autorizzazioni, concessioni, pareri e nulla osta comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio di progetti sottoposti a procedimenti di VIA. In questa fase si devono evidenziare tutte le criticità che rendono il termovalorizzatore incompatibile con il nostro territorio.
Proprio recentemente un inceneritore proposto da A2A è stato definitivamente bocciato nella Provincia di Biella in sede di VIA, in occasione della quale i Comuni interessati hanno nominato una commissione di esperti appartenenti a enti di ricerca ed università, che hanno saputo dimostrare in maniera incontrovertibile l’inidoneità della localizzazione per un impianto insalubre come il termovalorizzatore.
Le 22 associazioni della Rete Tutela Roma Sud hanno scritto ai Sindaci di Ardea, Pomezia, Marino, Albano Laziale, Castel Gandolfo, Genzano e Ariccia, affinché adottino la stessa strategia dei propri colleghi piemontesi, che hanno dimostrato di essere i primi difensori della loro terra. Consapevoli che il danno sarebbe permanente, non solo per la salute, ma anche per la perdita di valore degli immobili, delle aziende agricole e turistiche del nostro territorio. Le barricate a difesa del territorio non si fanno a chiacchiere, ma con gli atti amministrativi, e siamo sicuri che uniti si vince come a Biella, anche contro lobby potenti come quella che sostiene gli inceneritori”.