Pubblichiamo testualmente il documento diramato dall’Associazione Carteinregola che, dopo l’approvazione in assemblea è stato inviato al Sindaco di Roma e Commissario per il Giubileo della Chiesa Cattolica 2025 Roberto Gualtieri circa l’inceneritore di Santa Palomba. Come si legge sul suo sito, Carteinregola è un’associazione di volontariato che promuove: ” Trasparenza, partecipazione, mobilità e parcheggi, urbanistica, bilancio, mercati rionali, patrimonio e strutture pubbliche, ambiente e regolamento del verde, sociale e altro ancora. Un lavoro che si svolge soprattutto attraverso la vigilanza sulle attività dell’amministrazione”.
Il documento
“Prosegue l’iter del termovalorizzatore/inceneritore di Santa Palomba ed emergono man mano nuovi dettagli – e criticità – di un’opera che non era prevista dal Piano rifiuti regionale, né era stata annunciata ai cittadini in occasione della campagna elettorale che ha portato l’attuale maggioranza al governo della città.
Si tratta di un progetto molto divisivo, che ha sollevato critiche e contestazioni da parte dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati, ma anche di molte realtà per la difesa dell’ambiente, ed è stato uno dei motivi della crisi di governo del luglio 2022 poi sfociata nelle elezioni politiche anticipate.
Va detto che si tratta di una soluzione che può trovare anche ampio consenso, soprattutto per l’esasperazione della cittadinanza romana, dopo anni di inadeguatezza della raccolta dei rifiuti e di conseguente degrado, che può fare apparire l’incenerimento come una panacea che farà sparire per sempre i rifiuti dalle strade.
Pochi sembrano intenzionati ad affrontare il tema con lucidità, mentre la maggioranza sembra trovare assai più agevole spostare i problemi su un territorio lontano dai quartieri più densamente popolati, e avanti nel tempo, sulle prossime generazioni. Una sorta di delega acritica che si ammanta di slogan come quello di impianti di “ultima generazione” – un’espressione di stampo neopositivistico, ultimamente molto ricorrente, come per “gli stadi di ultima generazione” – o del sempiterno richiamo al termovalorizzatore danese paradiso degli sciatori, e dell’idea che i rifiuti siano “valorizzati” se trasformati in energia, senza che se ne conoscano davvero le modalità di produzione e di utilizzazione.
Eppure la realizzazione di un mega impianto come quello che è stato programmato alle porte di Roma e dei Castelli richiederebbe una serie di approfondite valutazioni, da rendere facilmente accessibili ai cittadini, e, come previsto dalla legge ancora vigente, da mettere al centro di un vero dibattito pubblico (*).
Invece il Sindaco Gualtieri in veste di Commissario Straordinario per il Giubileo della Chiesa Cattolica 2025 ha preferito blindare il progetto con i poteri speciali, annullando di fatto ogni possibile confronto. Anche se, paradossalmente, il termovalorizzatore, individuato come opera strategica per il Giubileo, fin dall’inizio è stato ufficialmente inserito in un cronoprogramma che ne attestava la messa in esercizio dopo la fine dell’evento, e ad oggi si stima che possa superare di almeno tre anni l’ipotesi iniziale.
Quindi il Sindaco Commissario, per la sua realizzazione, può – e sottolineiamo che si tratta di una possibilità e non di un obbligo – esercitare poteri straordinari di deroga alle norme, comprese quelle a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini (**), come nelle situazioni eccezionali come terremoti, inondazioni e altre calamità impreviste.
Due sentenze amministrative, del TAR e del Consiglio di Stato, hanno respinto un ricorso che aveva sollevato anche tale contraddizione, in base all’interpretazione della legge 50/2022 (***), legge che, a nostro avviso, conteneva già a monte la distorsione di un principio che, prima ancora che sul piano giuridico, dovrebbe valere sul piano delle regole democratiche.
Infatti se un Commissario può derogare alle norme senza giustificazioni manifeste e senza alcun vincolo al perseguimento degli obiettivi per cui riceve i poteri speciali, vengono a cessare le garanzie democratiche del rispetto delle regole, consentendo a qualsiasi soggetto che sia investito da tale arbitrario potere di aggirare a piacimento leggi nate per tutelare l’interesse pubblico.
E’ infatti evidente che la maggior parte del catalogo di decisioni che possono essere prese da un esponente istituzionale può facilmente trovare un collegamento più o meno convincente con un vantaggio pubblico, ma poi, nelle normali procedure, sono previsti vari passaggi, politici e amministrativi per valutarne gli effetti e le eventuali controindicazioni, con la possibilità di modificare o anche cancellare interventi non rispondenti agli obiettivi e alle norme.
Sul piano amministrativo, spetta agli enti preposti verificare i possibili rischi per la qualità della vita e la salute della popolazione, per l’ambiente, per il paesaggio e i beni culturali, per gli aspetti economici ecc, basandosi sull’ applicazione delle leggi vigenti, limite indispensabile – e invalicabile – per ancorare le scelte e i progetti a ricadute positive per la collettività.
Sul piano politico, i decisori debbono garantire un processo democratico che passa attraverso il confronto con tutte le istituzioni – maggioranze e opposizioni e vari livelli territoriali – e anche la condivisione con la cittadinanza, che vuol dire dibattito pubblico e partecipazione della società civile.
Chiediamo quindi al Sindaco Commissario Gualtieri, per la realizzazione di un’opera così controversa e impattante, di non utilizzare scorciatoie e deroghe alle normative, avocando a sé o a un ristretto gruppo di decisori scelte importanti e irreversibili, ma di avviare una fase di vero dibattito con la città: lo slittamento dei tempi previsti a questo punto fa venir meno anche l’ultimo alibi per ignorare le richieste di confronto dei cittadini.
Riteniamo indispensabile che sia riaperta la possibilità di una modifica del progetto, a partire da una riduzione della portata dell’impianto il cui dimensionamento deve essere sorretto da calcoli rigorosi, non solo a causa delle possibili ricadute nell’immediato presente, dato che le previsioni del volume e della capacità calorica che Roma sarà obbligata a fornire per decenni per la sostenibilità dell’impianto, presenta il rischio assai concreto di ostacolare il virtuoso sviluppo della raccolta differenziata della Capitale o, in alternativa, di trasformare il termovalorizzatore di Santa Palomba in un centro di raccolta dei rifiuti di mezza Italia, con tutte le conseguenze sul territorio e sull’ambiente.
Carteinregola sta lavorando a un dossier sulle criticità del progetto, i cui esiti saranno oggetto di sollecitazione alle istituzioni e di un confronto pubblico”.