La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per fare luce sulla realizzazione dell’impianto di incenerimento che la giunta Gualtieri vuole realizzare a Santa Palomba, nell’area metropolitana a sud della città. Lo scorso 13 marzo la Guardia di finanza ha acquisito dalla municipalizzata Ama tutta la documentazione che riguarda le procedure d’acquisto del terreno su cui sorgerà l’impianto. Al centro dell’indagine della procura c’è la compravendita dell’area e soprattutto la cifra finale dell’acquisto che è passata da circa 400.000 euro a circa 7 milioni.
La denuncia delle associazioni
“Grazie alla nostra querela depositata anche a Guardia di Finanza e Corte dei Conti del 27 luglio 2023 è partita un’inchiesta della Procura di Roma. Abbiamo indicato ai magistrati e militari, carte e documenti alla mano, tutti i nomi dei tecnici che si sono prestati alla plusvalenza del valore del terreno passato da 400.000 euro ad oltre 7 milioni di euro. Si tratta, a vario titolo, di 27 persone coinvolte”, si legge nella nota dell’Associazione Salute Ambiente Albano.
Le dichiarazioni di Rete Tutela Roma Sud
A seguito della notizia dell’avvio dell’indagine da parte della Procura di Roma, Rete Tutela Roma Sud ha ripercorso in una nota tutte le tappe salienti della vicenda:
“Il 3 giugno 2021, A.M.A. ha pubblicato un avviso di indagine di mercato per l’acquisto di un’area da destinare alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti nel territorio di Roma Capitale. Cercavano terreni di dimensione compresa tra 75.000 mq e 125.000 mq, sulla base dei criteri del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti approvato nel 2020 e sul quale è stata redatta la mappa di Città Metropolitana, adottata il 14 luglio 2021, secondo la quale S. Palomba non era idonea per questo tipo di impianti. Come hanno potuto avviare la trattativa per un terreno che non possedeva i requisiti previsti dall’avviso di indagine di mercato, e quindi doveva essere escluso“?
“Tra l’altro – conclude Rete Tutela Roma Sud – non era l’unico elemento che ne impediva l’acquisto, infatti era troppo vicino a quartieri residenziali, come i 1.000 appartamenti di housing sociale che sta costruendo il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Alla fine non solo è stata avviata la trattativa, ma è stato anche strapagato: 7,5 mln di euro, tre volte quello che chiedevano due anni prima. L’inceneritore a quale interesse risponde? Sicuramente non quello del Giubileo o di Roma”.